Lazio uno, Napoli quattro. Chiude le marcature “Ciro” Mertens. Un tocco balistico, da manuale del calcio, al termine di un’azione praticamente perfetta. Una carezza al pallone che ha scritto i titoli di coda su una partita che il Napoli aveva cominciato male, andando in svantaggio dopo poco meno di centottanta secondi dal fischio di inizio del direttore di gara.

I sorpassi non erano così belli dai tempi di Risi e Gassman

La rete del Ciro d’adozione, la quarta della formazione partenopea, è valsa i tre punti e il contro-sorpasso sulla Juventus, che ventiquattr’ore prima aveva superato la Fiorentina al Franchi; e lo aveva fatto alla sua maniera, da squadra.

Lì, era stato l’ex più atteso di giornata a risolvere i guai. In barba ai fischi, Federico Bernardeschi, forse il talento più importante del nostro movimento calcistico, aveva risolto la pratica viola con una punizione dal limite. Un tiro velenoso, che ha inchiodato sul posto l’estremo difensore della Fiorentina e messo le ali ai bianconeri prima del solito, deciso, implacabile spunto del “Pipa” Higuain. Zero a due e testa al Tottenham, c’è un ottavo di Champions da vincere.

Le bellezze, diverse, totali e lontane del nostro calcio

Due bellezze diverse, Napoli e Juventus. E, per carità, non banalizzate questo avvincente agone sportivo con argomenti che trascinano verso il basso. Storia, identità, cultura: non sappiamo parlarne, non senza insultarci su social e striscioni.

Quello che Juve e Napoli ci stanno insegnando è calcio, signori e signore, è passione allo stato puro, come l’amore. L’odio lasciamolo a chi fa le guerre, noi non ne abbiamo bisogno.

Bellezze totali, lontane, ma bellezze. Il Napoli con la sua magnifica fase offensiva, i suoi tocchi di prima, le sue verticalizzazioni fulminee.

La Juve con la sua difesa, la sua cattiveria, la sua voglia di vincere sempre e comunque. Perché vincere è l'unica cosa che conta, per i bianconeri. E forse a Napoli lo stanno cominciando a capire anche loro.

Juve e Napoli, gemelle diverse

Due squadre diverse, sì, ma non troppo. Perché c’è fame nello sguardo di Hamsik e Mertens; e c’è sacrificio nelle sgroppate di Callejon e Mario Rui.

C’è classe nelle giocate di Higuain e Pjanić; e c’è gioia nei tocchi di Dybala e Douglas Costa. Le caratteristiche si invertono, le peculiarità si confondono. Il Napoli è come la Juve e la Juve è come il Napoli. Entrambe belle, entrambe vincenti. Le partite corrono, e Juventus e Napoli si rincorrono. Sgomitano, lottano, sudano, esultano. Ma, alla fine, soltanto una scriverà la storia. E non sarà il Nord, né il Sud. Ma sarà la bellezza più grande.