La squadra di Simone Inzaghi sta in questo periodo stentando in campionato, ha totalizzato appena due punti nelle ultime due partite, contro squadre di basso cabotaggio come Cagliari e Bologna, e sta di fatto dissipando il vantaggio accumulato nel girone d'andata. La lotta Champions, ormai allargatasi anche al Milan, vede la compagine di Lotito come la meno in forma del lotto formato, oltre che da lazio e Milan, anche da Roma e Inter.

Mancato mercato di riparazione

A gennaio bisognava fare di più, il solo Martin Caceres, tra l'altro non ancora inserito pienamente nei meccanismi della difesa laziale, non poteva bastare per garantire il salto di qualità.

Alla Lazio mancava, e manca tuttora, un centrocampista di gamba in grado di dare il cambio a Leiva, sorpresa della stagione, e soprattutto a Parolo. Di Gennaro, alla vigilia del campionato vice-Leiva, non ha assolutamente convinto (non era forse meglio confermare Cataldi?) e Murgia non è ancora il giocatore di spessore che la dirigenza della Lazio sperava aver trovato in casa. Appena superato il giro di boa è arrivata la stanchezza fisica e inevitabilmente il centrocampo della Lazio è calato, il trio Milinkovic-Leiva-Parolo ha pagato in freschezza ed i risultati della compagine sono venuti meno.

La Lazio paga l'assenza di un mercato di prospettiva riservato a giovani italiani provenienti dal proprio o da altri vivai nazionali, giocatori come Barella, Chiesa o Edera non sono mai presi in considerazione dalla Lazio, perché assistiti da procuratori italiani, categoria professionale con la quale Lotito è in guerra da quando, ormai anni fa, ha rilevato la Lazio.

La Salernitana

La seconda squadra di Lotito, che di fatto doveva essere una "fabbrica" per far crescere i giovani giocatori di Lazio (oltre che della stessa Salernitana), non ha mai assolto a tale funzione, anzi, al contrario spesso ha bruciato o ha rischiato di bruciare alcuni giocatori mandati lì a farsi le ossa tipo Strakosha, Tuia e Berardi (all'inizio del connubio), Minala e l'ultimo inviato a Salerno in ordine di tempo, Palombi, sta faticando ad affermarsi.

Pescare in Italia ha un ritorno due volte maggiore, in primis si comprano giocatori già pronti, non si devono adattare, ed in secondo luogo la ritrovata italianità della rosa garantisce suna comunicazione più semplice fra staff tecnico e giocatori. La primavera della Lazio sta passando un brutto momento, assolutamente non casuale, sono lontani i tempi di Nesta, Di Vaio o D'Amico.