È un periodo magico per il Milan targato "ringhio Gattuso", che prosegue nella sua marcia inarrestabile, conquistando la finale di Coppa Italia. Contro la Lazio, al termine di una partita molto intensa che non ha lesinato emozioni, il passaggio del turno si è deciso alla lotteria dei rigori, con la decisiva trasformazione del difensore Romagnoli che ha regalato la vittoria ai rossoneri.

Seconda finale in tre anni per i rossoneri

Sarà Juventus-Milan la finale di Coppa Italia 2017-2018, con i rossoneri che, dopo aver superato la Lazio di Simone Inzaghi ai calci di rigore, hanno raggiunto i bianconeri nell'ultimo atto della competizione.

La Juventus, dal canto suo, è approdata alla gara conclusiva eliminando l'Atalanta.

Contro i biancocelesti, il tecnico rossonero ha confermato la formazione tipo con il solito 4-3-3, con Suso e Chalanoglu sugli esterni, a supporto della punta centrale Cutrone, ancora una volta preferito a Kalinic che ha accusato un problema fisico a pochi minuti dall'inizio del match. Nella Lazio, Caceres ha vinto il ballottaggio con Bastos, mentre Luis Alberto è stato preferito al brasiliano Felipe Anderson, subentrato nella ripresa e autore di una prestazione sottotono, con tanti passaggi sbagliati e palloni banalmente persi.

Nella prima frazione di gioco, i padroni di casa hanno tenuto dei ritmi altissimi soprattutto nella prima mezz'ora, creando anche un discreto numero di palle-gol, mentre nei restanti quindici minuti hanno evidenziato un inevitabile calo fisico.

Il Milan è stato bravo a resistere all'assalto iniziale dei biancocelesti, mettendo in mostra una rilevante compattezza di squadra: del resto, non è un caso se gli uomini di Gattuso hanno mantenuto la rete inviolata negli ultimi 6 match.

Sugli scudi Alessio Romagnoli, autore di un'ottima prova basata su interventi decisivi, come quello del primo tempo supplementare, quando è riuscito a fermare Milinkovic-Savic che, da due passi, stava per calciare a rete.

Si tratta, indubbiamente, di un giocatore importante sia per il Milan che per la Nazionale, in vista del prossimo ricambio generazionale al quale dovranno andare incontro gli azzurri. Ad ogni modo, non c'è stato solo Romagnoli tra le note liete della compagine rossonera, poiché anche Kessiè, Biglia e Bonaventura sono stati autori di una gara positiva, gestendo al meglio il centrocampo.

Per la squadra milanese si tratta della seconda finale di Coppa Italia in tre anni, con il tecnico rossonero che sogna di alzare il suo primo trofeo da allenatore con la società che lo ha visto crescere e diventare un simbolo di fedeltà, oltre che di garanzia di ottime prestazioni in campo.

La Lazio esce a testa alta e con tanti rimpianti

Tanti i rimpianti per la Lazio di Inzaghi, che si è vista sfuggire sul filo di lana la seconda finale consecutiva, dimostrando ancora una volta di aver raggiunto la piena maturità, giocando con grande personalità e non mollando fino alla fine, nonostante avesse accusato un netto calo fisico.

Durante i calci di rigore, per i capitolini hanno sbagliato Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e soprattutto Luiz Felipe, il cui errore è risultato fatale ai fini della qualificazione alla finale.

Un plauso alla Lazio e al suo tecnico che proseguono nella loro crescita esponenziale che li ha portati, negli ultimi anni, a raggiungere traguardi importanti, con l'obiettivo terzo posto che, proseguendo di questo passo, non sembra affatto irraggiungibile.