Al Franco Scoglio si celebra il finale di stagione (almeno per quanto riguarda le gare casalinghe) e con una cornice di pubblico insolita (presenti tutti i bambini delle scuole calcio collegate all’A.C.R. con le loro famiglie). I 27 gradi di temperatura portano con loro un primo tempo giocato su ritmi appena accettabili, ma decisamente noioso. Ci pensa il bolide con cui Migliorini dai 27 metri toglie la ragnatela sotto l’incrocio alla destra dell’incolpevole Noto a risvegliare i presenti al minuto 35. Il Paceco è destinato alla retrocessione e si vede.

Nel secondo tempo, quando tutti si aspettano una gara ancor più alla camomilla, ecco che il Messina tira fuori lo champagne e comincia a macinare calcio spettacolo allo stato puro. Segna altre quattro reti ma, soprattutto, mette in mostra un gioco di insieme, una coralità di intenti degna di ben altri palcoscenici calcistici. Finisce 5-0 e, alla fine, biancoscudati sotto la Curva Sud a ricevere applausi e saluti più che meritati.

Il silenzio

Gli spogliatoi danno conferma della decisione del presidente di non consentire ad alcun tesserato di parlare. Ci aspetteremmo che lui stesso parlasse con la stampa e con la tifoseria, anche per stemperare le polemiche delle ultime settimane. Invece niente.

Il che non fa che alimentare le discussioni (soprattutto sui social networks) e le polemiche.

Le alternative

sciotto è chiamato a decidere se confermare o meno lo staff tecnico che così bene ha fatto nonostante un organico non all’altezza delle alte sfere della classifica. Il tecnico Giacomo modica (con il suo staff) ha saputo inculcare in quella che nelle prime giornate di campionato sembrava un’autentica armata Brancaleone la cultura del lavoro di chiarissima impronta zemaniana, fino a costruire una compagine affiatata ed in grado di regalare anche sprazzi di autentico calcio spettacolo.

Il Direttore Sportivo Francesco Lamazza, dal canto suo, ha contribuito a che lo spogliatoio trovasse, ma soprattutto mantenesse, spirito di gruppo e grande unità di intenti. Dinanzi a questi tangibili risultati, diviene assolutamente ovvio che la riconferma di questi professionisti appaia quasi ineluttabile. Il quasi è d’obbligo perché, se è vero che Sciotto ha detto a chiare lettere che per lui l’allenatore del prossimo campionato sarà certamente Modica, quest’ultimo ha posto qualche paletto.

Primo fra tutti quello dell’organizzazione societaria. In pratica l’allenatore ed il diesse ritengono (a piena ragione) che Messina meriti una società fatta di autentici professionisti e di alcune figure dirigenziali che in questa stagione o sono state ignorate o sono state chiamate per offrire una collaborazione part-time. A questo punto, le dichiarazioni del Presidente lascerebbero supporre che sarebbe pronto a modificare le proprie idee di gestione della società in favore delle richieste dei due suoi tesserati. Ma l’atteggiamento di Modica e Lamazza, al di là dei silenzi, non invita all’ottimismo. Perché in questi mesi il presidente è caduto in svariate contraddizioni proprio sui temi relativi all’organizzazione societaria.

Adesso la calda tifoseria peloritana aspetta di conoscere cosa frulla nelle idee di Sciotto. È possibile che i nodi vengano sciolti tra una settimana, al termine della regular season della Serie D. A quel punto le parti in causa potrebbero finalmente esprimersi liberamente (svincolandosi da questo assurdo silenzio stampa), dando notizia del futuro che aspetta una società importante come l’ACR Messina ma che, da quando a famiglia Franza decise di non iscrivere la squadra al torneo di B, non ha avuto più pace.