All'insegna del VAR e dell'imprecisione sotto porta, l'Inter non riesce ad avere la meglio sui cugini nonostante la prova più convincente rispetto ai rossoneri. Il Milan soltanto a strappi ha impensierito i nerazzurri, ma ai punti meritavano gli "ospiti"
L'Inter gioca a calcio
La differenza tra le due squadre in campo sta tutta nell'impostazione di gioco. Il Milan è una squadra creata per giocare, girare palla, costruire occasioni e nel derby ha dovuto indossare una maschera estremamente diversa dalla sua natura. L'Inter, intraprendente fin da subito, ha preso in mano le redini della partita dimostrando buona forma fisica e identità tattica cucita alla perfezione per le caratteristiche dei calciatori.
Spalletti sembra aver trovato la chiave per il successo. L'enigmatico cubo di rubik in cui si era trasformata l'Inter è stato risolto. Candreva "falso trequartista" è la mossa che apre l'autostrada a Cancelo e in mezzo al campo è Brozovic l'uomo in più. Era da molto tempo che dalle parti di San Siro non si vedevano delle impostazioni di gioco simili a quelle messe in scena dal croato. E pensare che a gennaio era con le valigie in mano. L'uomo tattico è Gagliardini, capace di inserirsi supportando la manovra in fase offensiva e arginare i buchi davanti alla difesa nei capovolgimenti di fronte. Con questo assetto, l'Inter si presenta nel migliore dei modi al rush finale.
Icardi che peccato
Maurito il bomber ha mancato due reti facili.
Non accade tutti i giorni di assistere a certe palle gol sbagliate dall'avvoltoio d'area di rigore. In certe partite serve giocare con la squadra. La conclamata lacuna dell'argentino ha inciso anche nei due gol mancati. Icardi non è mai stato nel vivo della manovra nerazzurra e nei momenti decisivi del match ha perso quel pizzico di lucidità in più che gli avrebbe permesso di sincronizzarsi sullo stesso tempo delle azioni.
Il numero nove ha sempre compensato la sua mancanza con la strapotenza individuale in area di rigore, ma a volte capita la giornata no, in cui serve uno sforzo maggiore.
L'europa è meno rossonera
Il pareggio sancisce la fine, apparente ma non troppo, dei sogni europei del Milan. Il meno 8 dal quarto posto con otto partite rimaste, sbarra la strada agli uomini di Gattuso che difficilmente potranno aprire il discorso Champions.
Bonucci e compagni si sono risollevati sotto tutti i punti di vista, ma il distacco dai piazzamenti nobili della classifica accumulato nel girone d'andata è troppo grande da colmare per qualsiasi squadra. Con un attaccante da 20/25 gol a campionato si poteva fare qualcosa in più, ma nonostante tutto, la stagione rossonera ha regalato al cacio italiano un giocatore dalle enormi potenzialità, Cutrone, e un allenatore, Gattuso, pronto ad entrare nell'elitè dei tecnici di successo, senza dimenticare la Coppa Italia che potrebbe diventare l'inizio di un ciclo decisivo per il riscatto definitivo.