A Bergamo è andata in scena la storia. Mettiamola così, se vista dal punto di vista dei tifosi dell'Atalanta. La Dea ha inflitto all'Inter una severissima lezione di calcio, 4-1 lo score finale che testimonia solo parzialmente la debacle degli uomini di Spalletti: senza i grandi interventi di Handanovic nel primo tempo, il punteggio poteva assumere i contorni di una tragedia epica. Ma l'Atalanta di Gian Piero Gasperini si accontenta, anzi gode: non ha battuto un'Inter in crisi perché in campionato la squadra di Luciano Spalletti arrivava da sette vittorie consecutive, ma quest'ultima ha avuto la sfortuna di imbattersi in una formazione addirittura più in palla.
Con questo risultato, infatti, i successi di fila dei nerazzurri bergamaschi salgono a quattro. Ma tornando alla storia riscritta dall'Atalanta, riguarda proprio i confronti con l'Inter: dal 1937 ad oggi, dunque in 81 anni, la Dea non era mai riuscita a segnare 4 gol alla Beneamata in una sola partita e non aveva mai vinto con 3 gol di scarto sul proprio campo.
Inter, una sconfitta epocale
Guardando ai 58 precedenti in quel di Bergamo prima di questo match, l'Atalanta contava 15 vittorie sull'Inter, ma il risultato più netto era stato il 3-1 ottenuto in due circostanze: il 15 ottobre del 1967 ed il 18 gennaio del 2009. Stiamo ovviamente parlando di confronti disputati in terra bergamasca, perché paradossalmente qualcosa del genere è invece accaduto a Milano anche se in due distinte partite, nonostante le vittorie atalantine sul campo dell'Inter siano state soltanto 9 in 80 anni.
C'è infatti un successo con tre gol di scarto, Inter-Atalanta 0-3 del 22 febbraio 1948 e ci sono anche 4 reti realizzate ai nerazzurri milanesi in Inter-Atalanta 3-4 del 7 aprile 2013.
Atalanta-Inter 4-1, tra gli uomini di Spalletti si salva solo Handanovic
Novanta minuti più recupero da film horror, quattro gol incassati contro uno realizzato su calcio di rigore, il portiere è il migliore in campo ed è l'unico a salvarsi dal naufragio generale.
La dice lunga sul tipo di prestazione offerta dall'Inter allo stadio 'Azzurri d'Italia', la peggiore della stagione, peggiore anche della squadra scialba e senza mordente sconfitta in casa del Sassuolo alla prima giornata. Dunque, Samir Handanovic toglie le castagne dal fuoco e nel primo tempo evita l'imbarcata all'Inter con una serie di grandi interventi.
La difesa interista è stata costantemente in balia degli avversari, D'Ambrosio addirittura scandaloso sulla fascia destra. Le cose peggiorano a centrocampo, dove tanto Gagliardini quando Brozovic sono disastrosi ed il croato, irriso per circa 90' da Ilicic e Gomez, si becca anche il cartellino rosso nel finale. Non va meglio dalle parti di Vecino, in coma profondo per tutta la durata del match. Sugli esterni Politano stavolta gioca male, ma rispetto a Perisic sembra quanto meno un calciatore: il croato, invece, è inesistente e colleziona l'ennesima figuraccia di questo scorcio iniziale di stagione (e dire che contro il Barcellona aveva mostrato qualche segnale di ripresa). Spalletti, incomprensibile decisione, invece di togliere quest'ultimo sostituisce Politano che, almeno nel primo tempo, aveva mostrato segnali di vita ed inserisce Keita che dallo scorso agosto ad oggi non sta assolutamente fornendo spiegazioni sull'utilità del suo acquisto.
In attacco non arrivano palloni giocabili per Mauro Icardi e lui, questo lo sappiamo, non è il giocatore che li va a cercare. Dunque, se la squadra non gira, non gira più di tanto nemmeno lui a meno di trovare la grande opportunità su un lampo come accaduto contro il Barcellona.
Il talento relegato in panchina
Piuttosto ci sarebbero da porre a Luciano Spalletti parecchie domande: ad esempio su Nainggolan e Lautaro comodamente seduti in panchina e non entrati nemmeno quando le cose si erano messe male e la squadra non girava: passi per il belga le cui condizioni non sono ottimali, ma il giovane puntero? Oppure Joao Mario che nelle due partite disputate contro Lazio e Genoa ha mostrato di essere un giocatore ritrovato e, oltretutto, non aveva nelle gambe le scorie della Champions League.
Avere Gagliardini, Brozovic e Vecino in giornata imbarazzante e non ricorrere al talento che tieni relegato in panchina è certamente discutibile, anzi dimostra una certa tendenza all'autolesionismo. Ed è un qualcosa di cui l'Inter, stoppata brutalmente nel momento in cui mostrava confortanti segnali di continuità, non ha assolutamente bisogno.