Stasera la Juventus gioca l'ottavo di Champions League, affrontando al Wanda Metropolitano l'Atletico Madrid, squadra tosta, grintosa e con pochi fronzoli, ad immagine e somiglianza del suo allenatore, Diego Simeone. Il pre-match da giorni riempie le pagine di cronaca sportiva perché molti addetti ai lavori hanno espresso le loro opinioni e i relativi pronostici. Tra questi c'è anche Arrigo Sacchi che, nel suo editoriale per "La Gazzetta dello Sport", ha analizzato lo status quo dei duellanti. L'ex Ct azzurro, innanzitutto ribadisce come sia i colchoneros che i bianconeri abbiano le qualità per conquistare la finale, ma gli spagnoli in questo momento appaiono meno in forma degli italiani.
Il momento no dell'Atletico
Gli uomini di Simeone erano reduci dalle sconfitte maturate contro il Betis Siviglia e con il Real Madrid. L'ultimo match con il Rajo Vallecano è stato vinto grazie ad un autogol, dopo una brutta prestazione dalla quale si sono salvati solo Griezmann e Oblak. L'attaccante campione del mondo di Russia 2018 è straordinario, ma se non arrivano i rifornimenti da solo può fare ben poco. Da quando sulla panchina dell'Atlético c'è Simeone, la squadra si è contraddistinta per la grande ferocia agonistica e per una fase d'interdizione quasi perfetta, ultimamente però queste due importanti qualità sembrano indebolite anche a causa dei tanti infortuni che hanno colpito giocatori importanti come Savic, Koke e Lucas Hernandez.
La Juventus, secondo l'editorialista, dovrebbe approfittare di questa regressione con un gioco aggressivo fin da inizio gara, perché se i Rojblancos dovessero prendere l'iniziativa, allora il match potrebbe prendere una brutta piega per gli ospiti. Allegri però, molto esperto tatticamente, studierà la gestione migliore per non incorrere in gravi sofferenze.
I punti di forza della Juventus
Analizzato il momento dell'Atlético, Sacchi evidenzia i punti di forza del club di Agnelli che rincorre da tantissimo tempo la coppa dalle grandi orecchie. Negli ultimi cinque anni la Juve ha disputato due finali, entrambe perse, ma quest'anno sembra più completa, consapevole e determinata. Nell'ultimo decennio, la Vecchia Signora è migliorata pur cambiando molto: ha saputo reagire alla mancanza di giocatori del calibro di Higuain, Pogba, Tevez, Pirlo, Vidal, Bonucci (rientrato dopo un anno), Buffon.
Oggi può contare su organizzazione, leadership e su un fatturato tra i migliori al mondo. In campo poi si è dotata di un fuoriclasse come Cristiano Ronaldo. I presupposti per realizzare il sogno Champions League, adesso ci sono tutti secondo l'editorialista, occorre solo che i bianconeri facciano un ulteriore sforzo a livello di gioco che pecca ancora di eccessivo difensivismo: "Alla Juve c'è tutto, ma in Europa si vince con un calcio offensivo". Anche i dati statistici evidenziano che il trofeo dalle grandi orecchie è stato conquistato quasi sempre da chi pratica un calcio d'attacco. Negli ultimi 20 anni ha vinto 6 volte il Real Madrid, 5 il Barcellona, 2 il Milan, 2 il Bayern Monaco, 1 il Manchester United e 1 il Liverpool, tutte formazioni che praticavano un calcio molto aggressivo, mentre le rimanenti 3 edizioni conquistate da Porto, Inter (entrambe con Jose Mourinho in panchina) e Chlesea (allenato da Roberto Di Matteo), mettevano in atto un gioco più 'prudente'.