Accostare un calciatore a Dio, limitatamente a ciò che sa fare sul rettangolo verde, non è un sacrilegio. Si tratta semplicemente di espressione popolare. Il parere è certamente di un esperto teologo, anzi della massima autorità in campo cattolico, stiamo parlando di Papa Francesco. Il pontefice è stato intervistato sull'argomento da Jordi Evolé, ai microfoni di Salvados TV. Naturalmente il 'Dio del calcio' in questione è Leo Messi.

'Sono solo espressioni dei tifosi'

Jorge Mario Bergoglio è un grande appassionato e tifoso di calcio, cosa molto nota così come il suo cuore sportivo che batte per il San Lorenzo de Almagro.

Naturalmente il pontefice è anche un grande tifoso della seleccion argentina che negli ultimi anni sta dando invero poche gioie ai suoi aficionados, nonostante la presenza di grandi campioni con la maglia albiceleste, nonostante la presenza di Leo Messi che insieme a Cristiano Ronaldo è certamente il calciatore più forte dei nostri tempi, tanto da essere spesso accostato ad un'altra 'divinità calcistica' argentina come Diego Maradona. Jordi Evolé chiede dunque al Papa se sia un sacrilegio usare l'espressione di 'Dio' quando si parla di Messi, il santo padre lo guarda e poi sorride. "Teoricamente è un'espressione sacrilega e non si può dire, ma io non lo credo. Tu credi che sia un sacrilegio?", chiede ad Evolé.

Alla risposta affermativa di quest'ultimo, Papa Francesco rilancia. "Io no, la gente dice che Messi è Dio come per dire che lo adora. Si tratta di espressioni popolari, dei tifosi". Dunque a questo punto il pontefice fa un distinguo. "Si tratta pertanto di un dire popolare, Messi è un Dio con la palla tra i piedi e si può dire.

Ma ripeto che si tratta solo di un'espressione popolare. Verissimo che è bello veder giocare Messi, ma non è Dio".

Il più forte: botta e risposta social tra Kempes e Maradona

Al di là delle parole di Papa Francesco sulla divinità calcistica di Messi, recentemente un dibattito più 'terreno' ha riguardato la 'Pulce' ed altri due grandi campioni del calcio argentino.

Stiamo parlando di Mario Kempes e Diego Maradona, entrambi hanno messo le proprie firme in calce sui due titoli mondiali vinti dall'Argentina nel 1978 e 1986. Secondo Kempes, Messi è più forte di Maradona perché ha avuto grandi rivali. "Gente come Ronaldinho e Cristiano Ronaldo, mentre Diego non aveva rivali", sottolinea l'ex centravanti dell'Albiceleste. La risposta di Maradona è arrivata via Instagram: il Pibe de Oro ha postato semplicemente una foto che ritrae un folto gruppp di calciatori affrontati nel periodo in cui era in attività. Tanto per citarne alcuni, ci sono Zico, Platini, Keegan, Rummenigge, lo stesso Kempes, gli italiani Baggio ed Antognoni. E, ancora, Romario, Gullit, Scifo, Hagi, Matthaeus, Van Basten e tanti altri. "Come puoi dire che non avevo rivali nella mia epoca?", scrive semplicemente Maradona.