In casa Juventus imperversa il tormentone sulla permanenza o meno di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera. L'atteso summit tra le parti è materia delle cronache sportive e di tanti addetti ai lavori che non lesinano le loro opinioni: tra questi c’è anche Dino Zoff che nell'intervista a ''La Repubblica'' ha analizzato il momento e gli eventuali risvolti di un cambio di allenatore.
La fiducia incondizionata di Zoff
L'ex portiere che da giocatore bianconero ha vinto sei scudetti, una Coppa Uefa, due Coppe Italia, mentre da allenatore ha vinto due trofei (Coppa Italia e Uefa), a differenza della maggior parte degli opinionisti pensa che il ciclo di Allegri sulla panchina zebrata non sia esaurito, perché è sicuro che il livornese sia uno dei più forti nel suo settore: “Sono assolutamente convinto che Allegri sia, il primo degli allenatori in assoluto a livello mondiale”.
La situazione del momento non gli è chiara, perché non ha capito cosa possa essere accaduto tra le parti, ma sa di certo che l'attuale tecnico bianconero sceglierà la soluzione giusta. Max trova sempre le risorse necessarie per stimolare i suoi uomini: “Uno bravo come lui saprebbe toccare i tasti giusti per riattivare i suoi calciatori”. La rosa bianconera è un gruppo forte tecnicamente e mentalmente. In questi cinque anni la Vecchia Signora e il suo allenatore sono stati l'uno il completamento dell'altro traendone entrambi grandi vantaggi. La dirigenza della Continassa ha dato al condottiero gli strumenti necessari per essere vincente e lui con il suo lavoro ha riportato la squadra a risollevarsi in campo europeo, basti ricordare le 2 finali di Champions League conquistate (Berlino 2015, Cardiff 2017).
Juve-Allegri: il dilemma sul futuro
Nonostante i cinque scudetti consecutivi, le quattro coppe Italia e le due Supercoppe italiane, adesso la dirigenza bianconera potrebbe non avere in Allegri la stessa fiducia di un tempo, perché delusa dall'esclusione europea avvenuta ai quarti, ad opera dell'Ajax, pur potendo contare sul contributo di Cristiano Ronaldo, il top degli attaccanti.
A tal proposito secondo Zoff, un allenatore capisce in fretta se viene meno la fiducia nei suoi confronti e lui lo sa bene perché negli anni ‘90 dopo aver ottenuto buoni risultati sulla panchina dei bianconeri è stato scaricato dai dirigenti che hanno preferito imbarcarsi in una nuova avventura. Il campione del mondo ‘82 pensa che la dirigenza bianconera è preparata, competente e lungimirante e nel tempo ha cambiato giocatori, allenatori anche nei momenti migliori, e poi si sono rivelate le scelte giuste: "Quasi sempre alla fine sceglie la soluzione migliore".