La Juventus lascia spesso un segno indelebile nei giocatori che ne hanno fatto parte e tra questi c’è anche Paul Pogba. A parlare del rapporto tra il centrocampista e il club di Andrea Agnelli è il connazionale Patrice Evra in un’intervista rilasciata al Daily Mail, nella quale parla anche dell’episodio di razzismo nei suoi confronti da parte di Suarez.

Perle di saggezza

Il terzino ha annunciato da poco il suo addio al calcio giocato, ma rimane sempre un leader del settore e non rinuncia ad elargire consigli ai suoi amici.

Evra, così come il gigante di Lagny sur Marne, ha vissuto l’esperienza alla Juve e al Manchester United, oltre che in Nazionale, per cui entrambi conoscono bene gli stessi ambienti.

L’intervistato ha iniziato il suo racconto precisando che il futuro di Paul Pogba rimane un mistero, ma di una cosa è sicuro che in bianconero il giovane ha vissuto anni durante i quali è stato amato e coccolato dalla società e dai tifosi, mentre nei tre anni di servizio prestati al Manchester United ha percepito nei suoi confronti sentimenti poco benevoli: “So solo che si è sentito davvero amato alla Juventus e che non ha mai percepito quello stesso sentimento a Manchester”.

Per il campione del mondo di Russia 2018 lo United ha investito ben 105 milioni di euro, dopo averlo perso a parametro zero a favore dei bianconeri. All’Old Trafford, per la spesa sostenuta, è stato messo sotto la lente d’ingrandimento ed è stato oggetto di pesanti critiche ogni volta che in campo è stato protagonista di prestazioni anonime.

Per Evra un calciatore dev’essere valutato solo per ciò che produce in campo e non invece essere sotto il filtro della gelosia. L’ex mediano bianconero sarebbe stato vittima di un meccanismo perverso. Secondo l'ex terzino in certi casi sarebbe meglio cambiare aria anziché cercare di lottare con le cattiverie altrui.

Sul razzismo

L’episodio vissuto nel 2011 in occasione di Liverpool - Manchester United ha lasciato un ricordo amaro ed indelebile in Evra.

Luis Suarez rivolse al francese delle frasi giudicate razziste, tanto che la FA lo punì con otto giornate di squalifica. Il francese e la sua famiglia vissero un periodo molto stressante per le minacce di morte ricevute.

Nonostante questi problemi l’intervistato ha sottolineato di non odiare l’uruguaiano e lo dimostra il fatto che, in occasione dell’udienza, avrebbe chiesto al giudice di non punirlo. Nel momento in cui è stato offeso il sinistro avrebbe voluto colpirlo, ma successivamente non è riuscito a odiarlo ed inoltre ha apprezzato anche il suo talento inserendolo nella sua squadra ideale: “Volevo dargli un pugno in quel momento, ma per me odiare qualcuno è impossibile”.