Dopo sole 7 partite, il Milan esonera Marco Giampaolo: una decisione dovuta agli evidenti errori che l'ormai ex allenatore rossonero ha compiuto in questi pochi mesi a Milanello.

Partiamo da un punto incontrovertibile: dopo gli anni dei traghettatori (l'ultimo dei quali Gattuso), il Milan quest'anno ha scelto un allenatore che sulla carta avrebbe dovuto svoltare sul piano del gioco e della tattica. Ma i sogni dell'estate si sono trasformati, nel giro di pochi mesi, in un incubo.

Poche idee e confuse

I dati della gestione Giampaolo sono impietosi: solo 6 gol fatti (sedicesimo peggior attacco del campionato), 9 quelli subiti: solo 9 punti in 7 giornate, per una delle partenze peggiori degli ultimi anni del Milan.

Ma se c'è un aspetto che ha deluso maggiormente, questo è il gioco; per tutta la preparazione estiva, infatti, Giampaolo ha lavorato utilizzando il 4-3-1-2, cercando di adattare Suso alla posizione di trequartista. Tuttavia al primo passo falso (la sconfitta all'esordio in campionato contro l'Udinese), Giampaolo non ha avuto il coraggio di continuare sui suoi passi e ha scelto di tornare al 4-3-3, modulo che il Milan utilizzava lo scorso anno. Ciò non ha portato altro che confusione e malumori all'interno dell'ambiente. Un altro aspetto che ha contribuito all'esonero odierno è sicuramente la gestione dei nuovi acquisti: Giampaolo, infatti, ha utilizzato quasi esclusivamente i giocatori che già erano già presenti lo scorso anno, alimentando le tensioni interne all'ambiente.

Ma se tutto questo è vero, bisogna anche ammettere che il fallimento di Giampaolo equivale a quello del duo Maldini-Boban; la dirigenza del Milan, infatti, non si è dimostrata all'altezza della situazione diverse volte. Prima di tutto sul mercato: emblematica, in questo senso, la gestione dell'affare Correa, seguito per tutta l'estate e poi sfumato costringendo il Milan a ripiegare sulla seconda scelta Rebic.

Ma ancora più emblematica è la gestione del post-Giampaolo di queste ore: la prima scelta per sostituire l'ormai ex allenatore del Milan era infatti Luciano Spalletti, sfumato a causa del mancato accordo dell'allenatore toscano con l'Inter (club col quale è ancora sotto contratto) sulla cifra per la buonuscita. Ed ecco dunque che al Milan arriverà l'ennesima seconda scelta: Stefano Pioli.

Pioli sarà il nuovo allenatore del Milan, è rivolta social

Sarà dunque Stefano Pioli il nuovo allenatore del Milan. Mancano solo i dettagli per la sua firma col club meneghino.

Si tratta di un tecnico che, in passato, ha allenato già club importanti come Lazio e Inter. Difficile dire se Pioli riuscirà a far uscire il Milan da questa crisi che dura da anni; probabilmente sarebbe servito un allenatore top, capace di far fruttare al meglio la non eccellente rosa rossonera (problema che sarebbe dovuto esser chiaro già questa estate e che forse avrebbe dovuto orientare la dirigenza verso altri nomi).

Una cosa però appare essere chiara: l'esperienza di Pioli inizia in salita. E a conferma di questo, basta fare una velocissima navigazione sui social: su Twitter l'hashtag #Pioliout, col quale i tifosi del Milan dimostrano l'insoddisfazione verso il loro futuro allenatore, spopola e conta circa 30.000 tweet.

Tra i tifosi rossoneri circola anche l'ipotesi di boicottare San Siro in vista del prossimo match casalingo del Milan. In attesa dei risultati sul campo, la sensazione è che Pioli, per portare questo Milan in Europa, dovrà fare una vera e propria impresa sportiva.