Dopo la riunione al Coni tra il presidente Malagò e i rappresentanti delle singole federazioni degli sport italiani, è stata presa la decisione di congelare tutte le attività sportive italiane fino al 3 aprile. Il presidente Malagò, di concerto a tutti i presidenti di ogni federazione, ha chiesto al governo di prendere atto dell'indirizzo che è stato preso oggi nella riunione ed emanare un ulteriore decreto che superi le prescrizioni del precedente. Nel primo decreto infatti, si parlava di eventi sportivi autorizzati purché a porte chiuse, situazione che dopo il summit non è più riconosciuta come attuabile.

Adesso, oltre all'attesa per il possibile nuovo decreto del Consiglio dei Ministri, ci sarà da seguire con attenzione la riunione straordinaria indetta dalla FIGC che deve decidere se e come proseguire il campionato di Serie A di calcio, dopo l'ennesima giornata di polemiche avuta ieri 8 marzo in occasione dei recuperi della 26esima giornata.

Cosa hanno deciso oggi al Coni

Malagò ha ricevuto i vari presidenti delle federazioni oggi nella sede del Coni, alle ore 15. Dopo circa tre ore di discussione, si è arrivati alla decisione di sospendere tutte le attività sportive a ogni livello fino al 3 aprile. In seguito alla riunione si è deciso di chiedere un nuovo intervento del governo con un nuovo decreto emanato dal Consiglio dei Ministri: il Presidente Malagò ha così informato sia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che il Ministro competente in materia, cioè il Ministro dello Sport Spadafora.

Cosa succede alla Serie A?

Ieri si è avuta l'ennesima giornata particolare, con i recuperi delle partite rinviate la settimana scorsa che hanno rischiato fino all'ultimo di essere nuovamente posticipati. L'AIC, l'Associazione Italiana calciatori, ha infatti minacciato lo sciopero dei giocatori perché da giorni si chiedeva la sospensione del campionato.

Damiano Tommasi, il Presidente dell'AIC, che altro non è che il sindacato dei calciatori, è il massimo promotore di questa richiesta che ha trovato proprio ieri il parere favorevole del Ministro Spadafora.

La concitazione della giornata è risultata palese a Parma, dove le squadre, pronte a scendere sul terreno di gioco, sono state fatte rientrare in fretta e furia con inizio posticipato di un'ora e 15 minuti.

Dopo vari giri di telefonate ed incontri, si è deciso di giocare. La palla adesso passa al Consiglio straordinario di Lega indetto come già ricordato per domani. La Lega Calcio pare più propensa a giocare, magari continuando con le porte chiuse, mentre l'AIC pensa che sia meglio fermarsi per la tutela dei calciatori e del personale che accompagna le squadre. Come ha spiegato Malagò ieri sulla Rai, l'auspicio è che anche la FIGC segua la linea di tutti gli altri sport. Per fare questo però occorre di fatto che la FIGC commissari la Lega Calcio che evidentemente cura gli interessi dei club e preferirebbe continuare.

Malagò spinge per l'uniformità

Ieri sera Giovanni Malagò è stato inoltre intervistato da Fabio Fazio nella trasmissione Rai "Che tempo che fa" ed ha sottolineato l'esigenza di prendere decisioni uniformi, anticipando di fatto quella che sarebbe stata presa oggi al Coni.

Necessaria omogeneità dunque tra le discipline sportive, professionistiche e dilettantistiche: non giocare però porterà a catena un altro problema, quello di come chiudere eventualmente in anticipo il torneo: il portavoce della Lazio Arturo Diaconale ha già espresso il pensiero della propria società in vista della riunione di domani consegnandolo ai social network nella giornata di oggi. Per la Lazio occorrerebbe giocare, perchè visto il gran campionato che sta facendo, si sentirebbe penalizzata da una sospensione. Inoltre, per Diaconale ci sono da considerare gli interessi delle società ed i soldi che girano intorno al calcio. Insomma, domani sarà un'altra giornata di lunghe discussioni e probabili polemiche.