Vigilia di Ferragosto, oggi come allora: era il 14 agosto del 2001 e l'Inter era impegnata in una prestigiosa amichevole internazionale. Si giocava infatti il tradizionale trofeo 'Santiago Bernabeu', da sempre il test più importante per il Real Madrid prima dell'inizio della stagione, quella coppa intitolata al presidentissimo che più di ogni altro ha scritto la leggenda dei 'blancos' e al quale è dedicato anche l'immenso stadio madrileno tanto caro al calcio italiano (dove gli azzurri vinsero il titolo mondiale nel 1982, ndr).

L'Inter è quella di Hector Cuper, appena arrivato sulla panchina nerazzurra e protagonista di un grande pre-campionato: ovvio che la sfida del 'Bernabeu' sia un battesimo di fuoco per Christian Vieri e compagni, gli spalti gremiti sono una vera bolgia che i tifosi del Real vivono come una partita di coppa.

Tra i nuovi acquisti dell'Inter anche un attaccante brasiliano appena 19enne di cui si dice un gran bene, Adriano Leite Ribeiro. La dirigenza nerazzurra lo ha strappato al 'Mengao' e Cuper nei minuti finali, con il risultato bloccato sull'1-1, lo getta nella mischia. Il futuro 'Imperatore' realizzerà il gol della vittoria con una punizione entrata nella storia del calcio per l'incredibile violenza e precisione.

La 'bomba' in pieno recupero

L'Inter di Cuper gioca un ottimo calcio e lo confermerà anche nel corso della stagione, sebbene il famoso 5 maggio turbi ancora i sonni dei tifosi nerazzurri più maturi. Nella tana del Real si porta in vantaggio con il solito Vieri dopo appena 6', ma poco dopo la mezz'ora subisce il gol del pareggio con un calcio di rigore trasformato da Hierro.

Quando mancano 6' al termine del match, dunque, l'allenatore argentino dell'Inter ordina ad Adriano di scaldarsi e lo manda in campo al posto di Vieri.

Ha la maglia numero 14, appena entrato si scatena in una serie di azioni che seminano lo scompiglio nella difesa del Real: fisicità, palla incollata al piede, i tifosi dell'Inter lo guardano meravigliati e lo saranno ancora di più quando in pieno recupero il centravanti brasiliano si guadagna un calcio di punizione dal limite che lui stesso va a tirare: la breve rincorsa, il calcio con il sinistro è violentissimo e termina la sua corsa praticamente nel sette alla sinistra di Iker Casillas.

L'Inter vincerà 2-1 aggiudicandosi il trofeo.

Il racconto di Adriano

L'episodio, insieme a tanti della sua carriera, Adriano lo ha raccontato di recente in una lettera inviata all'Inter e pubblicata sul sito ufficiale del club. "Ho la maglia dell'Inter e sono sul campo del Real, credo che possa bastare così. Cosa ho pensato quando sono entrato in campo?

Nulla, ho giocato come mi trovassi ancora a Vila Cruzeiro, sul campo di terra battuta. Dribbling, tunnel, mi riusciva tutto, così mi procuro una punizione e dalla panchina mi dicono di tirarla. Quel sinistro che allenavo in casa e per strada e che faceva impazzire mia mamma, io l'ho presentato al mondo con quella punizione, dicono andasse a 170 km all'ora".

Sono trascorsi 19 anni, di Adriano restano gli oltre 70 gol (74 per la precisione) realizzati in gare ufficiali con l'Inter, ma anche le sue tante follie causate da un carattere decisamente fragile che, purtroppo, ha spento in fretta la sua sfolgorante luce. Un astro che aveva iniziato a brillare la notte di Ferragosto di 19 anni fa al Bernabeu, la notte di Madrid in cui nacque quasi per caso l'epopea dell'Imperatore. E se i tifosi interisti lo hanno ancora nel cuore, nonostante tutto, significa certamente qualcosa.