Finora la stagione del Bologna è stata caratterizzata da alti e bassi, qualche prestazione coraggiosa come all’Olimpico con la Lazio, o in casa contro l’Atalanta, ma anche da pesanti sconfitte maturate tra le mura amiche, come quella in Coppa Italia per mano dello Spezia e soprattutto in campionato contro la Roma, gara finita 5-1 in favore dei giallorossi.

La mancanza forse più evidente e critica degli emiliani emersa partita dopo partita, oltre alla scarsa solidità difensiva, è stata sicuramente quella di un centravanti affidabile e prolifico.

Prima di gennaio il posto lì davanti è stato quasi sempre esclusiva di Rodrigo Palacio (anche a causa dell’infortunio di Federico “El Ropero” Santander) che con i suoi 38 anni si è dovuto sobbarcare, oltre al suo solito lavoro sporco per aiutare la squadra, la responsabilità di finalizzare la mole di gioco creata dai trequartisti alle sue spalle.

Non ottenendo però i risultati sperati (appena un gol per l’argentino), l’allenatore Sinisa Mihajlovic ha dovuto studiarsi un’alternativa valida al “Trenza”, sia per farlo rifiatare ma soprattutto in ottica futura data la sua età avanzata.

L'illuminazione di Sinisa Mihajlovic

Mentre le voci di mercato sul Bologna in cerca di un centravanti iniziavano a circolare dopo l’inizio della consueta sessione invernale, nella mente di Sinisa Mihajlovic iniziava a prendere forma un’idea: Musa Barrow centravanti, il cui score stagionale segnava 3 gol e 3 assist, agendo però da esterno sinistro a piede invertito nel 4-2-3-1.

La prima partita in cui è andato in scena in questo inedito ruolo è in casa, il 16 gennaio contro l’Hellas Verona: Barrow parte come riferimento offensivo supportato da Orsolini, Soriano e il giovane Vignato, ma fa fatica a trovare la posizione e gli spazi giusti per fare male, lui che solitamente parte da esterno sinistro nel tridente di trequartisti.

Nonostante la sua prestazione opaca il Bologna si impone per 1-0 con gol di Orsolini.

Mihajlovic però crede in Musa e lo riconferma, per ben due partite di fila, e non sono due sfide qualunque: la prima è la trasferta all’Allianz Stadium contro la Juventus e la successiva è la sfida del Dall’Ara contro il Milan capolista.

In entrambe le partite si vede poco, non punge e non riesce mai a rendersi pericoloso per le difese avversarie.

Non è sicuramente favorito dal fatto di dover affrontare due tra le migliori retroguardie del campionato, ma dà la sensazione di un giocatore fuori ruolo, il cui apprendistato procede a fatica, così come fatica il Bologna a vincere per allontanarsi dalla zona calda della classifica.

La svolta

La svolta però è arrivata domenica scorsa nel derby emiliano contro il Parma al Tardini.

Barrow parte ancora titolare a guidare l’attacco dei rossoblù e finalmente, dopo appena 15’ di gioco trova il gol con un preciso e potente colpo di testa su punizione di Sansone. La palla finisce sul palo lontano, in maniera quasi inaspettata tanto che Sepe, estremo difensore del Parma, rimane immobile.

Ma il gambiano è in giornata di grazia e, caricato dal gol ritrovato dopo tanto tempo, non intende fermarsi. Al 33’ riceve un passaggio filtrante sempre da Sansone, la difesa del Parma gli lascia un po' di spazio per affondare in area di rigore e lui senza pensarci due volte calcia di sinistro ad incrociare sul secondo palo, siglando una rete da vero centravanti, da uomo d’area che sente la porta anche se ha poco spazio per trovarla.

Una vittoria importante

La partita finirà poi 3-0 in favore del Bologna, che guadagna tre punti fondamentali per la salvezza e condanna i rivali parmensi alle sabbie mobili del penultimo posto.

Oltre ai punti in classifica e all’ottima prestazione fornita sul terreno di gioco però, la notizia più bella e forse inaspettata per il Bologna e per Sinisa Mihajlovic, che ha sempre creduto in lui, è quella di aver trovato finalmente un’attaccante d’area di rigore e soprattutto di avercelo già in casa.

Cosa aspettarsi in futuro

Se Barrow si confermerà su questi livelli sarà chiaro solo dai prossimi incontri di campionato, ma una cosa è certa: da un giocatore che si presenta così è lecito aspettarsi ancora tante altre giocate di alto livello.