La Juventus è al lavoro per diverse trattative di mercato per migliorare la propria rosa: servono rinforzi in difesa, a centrocampo e nel settore avanzato. A tal riguardo sono tanti i nomi che piacciono alla società bianconera, si va Angel Di Maria a Filip Kostic, fino ad arrivare a a Nicolò Zaniolo. Il centrocampista della Roma è in scadenza di contratto a giugno 2024 e attualmente non ci sarebbero i presupposti per un suo prolungamento di contratto.

Nello scorso weekend il calciatore classe '99 è stato intervistato da Sportweek, inserto della Gazzetta dello Sport, e ha parlato di diversi argomenti, compreso il suo futuro.

Niccolò Zaniolo parla del proprio futuro professionale e del rapporto con Mourinho

In particolare riguardo all'interesse di alcune big ha affermato: "L’interesse di queste grandi squadre mi fa piacere: se pensano a te vuol dire che vali. Mi alleno ancora più motivato: voglio dimostrare che sia giusto essere accostato a questi top club“. Parole che peraltro - secondo alcune indiscrezioni - non sarebbero state gradite dalla dirigenza giallorossa.

Inoltre Zaniolo è stato stuzzicato anche sulla possibilità che possa diventare l'erede di Dybala alla Juventus, a tal proposito il calciatore ha detto: "L'accostamento alla Juve al posto di Dybala mi sembra eccessivo. Certo, mi fa piacere, ma lui è unico, è un giocatore fantastico, fortissimo.

Vediamo, la vita è imprevedibile, in futuro non si sa mai cosa succede. Penso al presente. Mi alleno intanto e aspetto".

Diversi giornali sportivi parlano della possibilità di un trasferimento alla Juventus. Si è parlato di un'offerta della società bianconera da circa 20 milioni di euro cash per il prestito, più un riscatto fissato circa 20 milioni e bonus per 10 milioni di euro.

Non è da scartare la possibilità di un inserimento di contropartite tecniche, da Nicolò Rovella a Arthur Melo.

Nell'intervista Zaniolo ha anche parlato del proprio rapporto con il tecnico della Roma José Mourinho: "Bastone e carota? Proprio così, bastone e carota. E’ un vincente, non servo io a ricordare quello che ha vinto.

E mi ha insegnato a entrare in campo nella fase difensiva, dove dovevamo migliorare e devo farlo ancora. E mi ha aiutato a gestire certe situazioni: in passato avrei reagito male o peggio per l’esclusione da partite per me molto significative. Lui mi ha insegnato a mordermi la lingua: muto e in campo a lavorare di più".