Non solo un inizio di stagione calcisticamente turbolento, appesantito dalla sconfitta nel derby per 3-2 contro il Milan. In casa Inter tiene banco anche la questione legata allo sponsor di maglia. La squadra meneghina, lo scorso anno, ha firmato un accordo pluriennale da 85 milioni di euro complessivi con Digitalbits, società che opera nel campo delle criptovalute, che però non starebbe adempiendo ai pagamenti. Il club nerazzurro, che non avrebbe ancora incassato i soldi dei primi trasferimenti, si starebbe muovendo per vie legali per risolvere quanto prima l'incresciosa situazione.

L'Inter valuterebbe il cambio di sponsor

Continua lo scontro l'Inter e Digitalbits, il main sponsor dei nerazzurri che, dopo una stagione come sponsor di manica, dallo scorso primo luglio è diventato nuovo sponsor di maglia grazie a un accordo da 85 milioni di euro fino alla stagione 2024/25. La piattaforma crypto non avrebbe pagato la prima rata della stagione 2022/23 per quanto riguarda la sponsorizzazione di maglia. Non solo, non sarebbe stato versato nemmeno il bonus per la qualificazione alla Champions League. A seguito del mancato versamento, l'Inter ha deciso di rimuovere il logo Digitalbits dalla sezione sponsor del sito, dai tabelloni pubblicitari sia al Suning Training Centre di Appiano Gentile e, infine, dalle maglie di Inter Women, la squadra femminile e Inter Primavera.

Nei prossimi match, sulla maglia dei giocatori della prima squadra ci sarà ancora lo sponsor Digitalbits. Nonostante la società sia inadempiente, sarà tolto soltanto quando ci sarà un nuovo partner. Secondo il Corriere dello Sport, il cambio di sponsor dovrebbe avvenire a gennaio, dopo il Mondiale, ma se gli uomini di viale della Liberazione individueranno un marchio pronto a entrare già nelle prossime settimane, la rivoluzione potrebbe essere immediata.

Rumors sui possibili nuovi sponsor

La società nerazzurra sta attraversando un periodo abbastanza complicato dal punto di vista finanziario e il ‘pasticcio Digitalbits’ non fa altro che complicare la situazione. La dirigenza, per questo motivo, avrebbe intrapreso i contatti con altri possibili sponsor.

Secondo alcuni rumors, ci sarebbero anche alcune banche italiane (Intesa San Paolo, Unicredit e Banco Bpm le maggiori indiziate), si tratterebbe però di cifre largamente inferiori rispetto a quelle inizialmente promesse da Digitalbits.

Negli ultimi giorni si sarebbe fatta avanti Binance, che in Serie A è già sponsor di maglia della Lazio, sulla base di un accordo triennale da 10 milioni a stagione. Anche Binance opera nel settore delle criptovalute, ma con una prospettiva diversa. È una piazza di scambio virtuale delle monete digitali, una sorta di Borsa di questo campo, dove non è facile separare chi offre certezze economiche da chi invece rischia di sgonfiarsi nel giro di pochi mesi, ed è attualmente la più grande al mondo a offrire questo servizio.

Sulla sua piattaforma si scambiano volumi da decine di miliardi di dollari ogni giorno.

Come sponsor principale per l'Inter, potrebbe tornare viva anche l'ipotesi Samsung, già sponsor negli scorsi anni dello Jiangsu Suning in Cina. Tra Samsung e Inter erano già stati avviati i contatti la scorsa stagione per il dopo Pirelli, la lunga trattativa, però, non porto a nulla di fatto, con i nerazzurri che siglarono l'accordo con Socios. Samsung sarebbe ancora alla ricerca di un partner per puntare a un sensibile aumento delle proprie vendite nel continente europeo: l'azienda non compare come sponsor sulle divise di un club calcistico da oltre 6 anni, dopo il decennale accordo col Chelsea terminato nella stagione 2014-15.

La dirigenza dell'Inter è a lavoro per cercare di risolvere il prima possibile questa situazione a dir poco ingarbugliata, con la Nike (sponsor tecnico dei nerazzurri) che sarebbe contrariata a un cambio di sponsor in quanto avrebbe da smaltire le circa 200mila maglie con lo sponsor Digitalbits già stampate.