Nella giornata di mercoledì 22 febbraio l'argentino Paulo Dybala è stato interrogato dagli agenti della Guardia di Finanza per quanto concerne l'inchiesta Prisma sui conti della società sportiva Juventus; come racconta La Repubblica, al giocatore sarebbe stato chiesto conto di un risarcimento da 3 milioni di euro presentato dai propri avvocati proprio al club bianconero.
L'accordo tra Juventus e Paulo Dybala
Sempre secondo il quotidiano La Repubblica, che riporta il racconto della vicenda, Paulo Dybala sarebbe stato interrogato dagli agenti della Guardia di Finanza di Torino che sarebbero giunti nel pomeriggio di martedì a Roma appositamente per l'audizione del giocatore; al centro del colloquio con l'argentino ci sarebbe la richiesta di risarcimento pari a 3 milioni di euro che nello scorso maggio 2022 è stata presentata dagli avvocati dello stesso fantasista argentino alla Juventus.
Il sospetto della Procura è che questa azione possa avere un legame con la manovra stipendi adottata dal club nel campionato 2020-21; i legali di Dybala, oggi alla Roma, avrebbero richiesto un indennizzo al club perchè la società gli avrebbe promesso il rinnovo del contratto che però non è mai avvenuto.
Al termine della trattativa che ha visto il passaggio di Paulo Dybala alla Roma, sarebbe poi arrivata dalla società bianconera una proposta diretta di risarcimento per alcune responsabilità precontrattuali, inserita dal club nel bilancio alla voce 'fondo rischi'.
I sospetti dei Pubblici Ministeri sull'accordo tra Juventus e Paulo Dybala
Secondo La Repubblica, gli agenti che stanno lavorando alle indagini sarebbero stati insospettiti dalla cifra pattuita nell'accordo, poichè i 3 milioni di euro che vengono menzionati sembrerebbero essere molto simili ai 3,783 milioni di euro risalenti proprio alla manovra stipendi che la Juventus avrebbe concordato con il giocatore di spalmare nella successiva stagione mensilmente.
Una situazione che, secondo il quotidiano, sarebbe molto simile alla scrittura privata riguardante Cristiano Ronaldo, la famosa "carta Ronaldo" nella quale si raggiungevano intese tramite scritture private che poi non sarebbero state depositate in Lega Calcio.
Se la situazione dovesse essere confermata e la palla dovesse poi passare alla Giustizia sportiva, sempre secondo La Repubblica, Dybala rischierebbe una squalifica di non meno di un mese per aver ricevuto compensi per via di un accordo privato stretto in violazione delle norme federali (le scritture private tra club e calciatori sono ammesse ma vanno depositate appunto in Lega Calcio, cosa che secondo gli inquirenti la Juventus non avrebbe fatto).