"L’addio di cui mi sono più pentito è quello alla Juventus dopo tre anni": è l'estratto dell'intervista, diffusa come anticipazione, che andrà in onda domani 17 ottobre nel salotto di Rai Due. Ospite del programma Belve, il talk show condotto da Francesca Fagnani, Antonio Conte.

La confessione di Conte

L'addio a cui si riferisce Antonio Conte risale all'estate 2014, quando dopo 3 anni e altrettanti scudetti il tecnico salentino decise di lasciare il club. Era stato Andrea Agnelli nell’estate del 2011 a volerlo alla guida di una Juventus reduce da due settimi posti.

La squadra, rinfrancata dagli arrivi quell'estate di Andrea Pirlo, Mirko Vucinic, Stephan Lichtsteiner e Arturo Vidal, apparve fin da subito compatta, determinata e quadrata. Dopo poche partite l'inserimento in pianta stabile del cileno che condusse Conte a passare dall'iniziale 424 al 352: ne sono venuti fuori tre campionati d'autore, uno vinto senza perdere mai un incontro, un altro da solista e un ultimo con un record di punti (sfondata quota 100) che probabilmente nessun club riuscirà mai più ad infrangere.

L'estate del 2014 segna però la fine: Conte teme di non poter fare meglio con quel tipo di materiale, vorrebbe assaltare la Champions League e chiede garanzie di spesa sul mercato al club che però predica invece pazienza.

Ma lui non ne ha e così a luglio, a ritiro appena iniziato, lascia la società dopo oltre 10 anni da mediano in campo e dopo 3 in panchina da allenatore.

Dopo Conte alla Juventus si è aperta l’era Allegri

Era il 15 luglio del 2014. Nessuno si aspettava una cosa simile e Giuseppe Marotta, allora ad bianconero, corre ai ripari ingaggiando praticamente subito Massimiliano Allegri, fermo dopo l'esperienza al Milan.

Il tecnico livornese guida un ciclo quinquennale da sogno, conquistando 5 scudetti, 4 coppe Italia e 2 finali di Champions league. Nel 2019 la Juventus e Allegri si separano, troppo grande l'amarezza per non essere stati protagonisti in Europa nonostante l'acquisto di Cristiano Ronaldo. Una scelta che si rivelerà però sbagliata: prima arriva Maurizio Sarri, reduce da un Europa league al Chelsea, l'anno dopo è il turno di Andrea Pirlo: uno scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, troppo poco perchè uno dei due venga confermato.

Da qui la scelta di affidarsi nuovamente all'attuale allenatore bianconero in carica.

A questo punto non resta che attendere l'intervista a Conte per capire se saranno svelati dei nuovi retroscena su un'estate, quella del 2014, che ha di fatto aperto l'era Massimiliano Allegri-Juventus.