In questa stagione si sta registrando in maniera evidente un "malpancismo" dilagante da parte di diverse tifoserie nei confronti degli propri allenatori: Massimiliano Allegri e Stefano Pioli ormai vivono settimanalmente sotto il fuoco amico mentre a Roma sia José Moruinho che Maurizio Sarri hanno pagato le mancanze tecniche delle proprie squadre con il posto.
Allegri e Pioli, un destino in comune: subire contestazioni
E' un momento davvero complicato per diversi allenatori del massimo campionato di Serie A e i profili di Massimiliano Allegri e Stefano Pioli sono la riprova di quanto la figura del tecnico di una squadra di calcio in Italia possa essere oggetto di improperi e contestazioni a volte al limite del insensato.
Prendendo l'esempio di Allegri, il toscano è riuscito a mantenere la barra dritta in casa Juventus per tutto il girone di andata, con dei limiti a livello strutturale della rosa bianconera evidenti. Federico Chiesa, uno dei top player della formazione piemontese, ha praticamente passato più tempo in infermeria che sul rettangolo di gioco, mentre a centrocampo Allegri si è costantemente dovuto affidare ai giovani provenienti dalla cantera, un dato allarmante se si considera l'abbondanza di cui può disporre quello che fino a poche settimane fa sembrava il suo diretto rivale, Simone Inzaghi. Se si pensa infine che Federico Gatti, un gregario di tutto rispetto proveniente dalla Serie B, è diventato un elemento cardine della retroguardia bianconera, allora si può facilmente intuire come alcune responsabilità dovrebbero essere sollevate dalla testa di Allegri per essere dirette verso la società Juventus.
Discorso analogo varrebbe per Stefano Pioli, uno dei pochi allenatori ad essere contestato da parte dello stadio nel corso di una partita europea poi vinta per 4 a 2. Il tecnico emiliano, di cui molti supporter del Milan hanno chiesto l'esonero con l'hashtag #PioliOut, sta andando avanti ormai da inizio campionato con un solo attaccante. che peraltro a settembre compirà 38 anni. I continui infortuni in difesa e nel reparto di mediana, hanno poi complicato un lavoro che comunque sta portando i suoi frutti. La vittoria con l'Empoli per 1 a 0 ha regalato un secondo posto in solitaria al Milan, che scavalcando proprio la Juventus si candida per un posto sicuro nella prossima Champions League. Un risultato che non amplierà di certo la già ricchissima bacheca dei rossoneri ma che può essere annoverato come un obiettivo più che valido se si considerano i problemi che Pioli ha dovuto affrontare in stagione.
Per Lazio e Roma pagano gli allenatori, ma le società?
A Roma le cose non vanno di certo meglio: quasi due mesi fa sponda giallorossa a pagare con l'esonero è stato José Mourinho, tecnico leggendario per storia e trofei, inviso da una parte di pubblico per non riuscire a far giocare una squadra dagli evidenti limiti fisici. Daniele De Rossi, nel suo succedere a un allenatore cosi ingombrante, è riuscito nell'arduo quanto semplice compito di riportare la normalità in una squadra probabilmente sfiancata dalla pressione giornaliera che il portoghese imprimeva.
Sponda Lazio invece, sono recenti le dimissioni di Maurizio Sarri: il tecnico di origini napoletane licenziandosi rinuncia ad un ultimo anno di contratto con la compagine biancoceleste, facendo risparmiare quattro milioni di euro al presidente Claudio Lotito.
Un gesto sicuramente apprezzabile ma che dovrebbe far riflettere profondamente: la società capitolina infatti non ha saputo fiancheggiare Sarri, fornendogli calciatori diversi da quelli indicati in sede di calciomercato estiva dallo stesso e non rinforzando la squadra a gennaio, lasciandogli affrontare ben tre competizioni con una rosa evidentemente corta.