"Questa settimana la Juventus ha incontrato Roberto Mancini due volte, la seconda volta ieri. Mancini ha dato disponibilità, si parla di un e mezzo con opzione per un ulteriore anno. È un nome di Giuntoli. Spogliatoio Juve abbastanza favorevole": è quanto riferito negli ultimi minuti dal giornalista Luca Momblano, che - ospite della trasmissione Juventibus - ha fatto il punto sulla situazione allenatore in casa Juventus.

La posizione di Thiago Motta rimane dunque fortemente in bilico e non è ancora chiaro se Roberto Mancini o Igor Tudor siano pronti a subentrare prima o dopo la gara col Genoa, a seconda in quest'ultimo caso dell'esito dell'incontro.

Roberto Mancini per l'esperienza internazionale e la credibilità che avrebbe nello spogliatoio

Ciò che sembra essersi a un certo punto inceppato nel rapporto tra il gruppo squadra e Thiago Motta sembra proprio essere la comunicazione. Troppe scelte cervellotiche e complesse da accettare (Yildiz e Nico Gonzalez invertiti, McKennie sempre titolare, Thuram diverse volte fuori, le panchine di Gatti e Cambiaso, l'addio turbolento di Danilo solo per fare qualche esempio), assunte però da un tecnico che non ha la necessaria credibilità che solo precedenti (e autorevoli) esperienze possono conferire.

I calciatori avrebbero così smesso di seguirne le disposizioni e il poco collante degli ultimi tempi è così deflagrato nel 7-0 con cui Atalanta e Fiorentina hanno sostanzialmente disintegrato i sogni di rimonta del club in ottica scudetto.

Sotto quest'ottica va dunque letta la candidatura di Roberto Mancini: si tratta di un allenatore che ha vinto la Premier League e la Serie A e che ha corroborato la propria carriera firmando un'impresa storica, quale la vittoria dei Campionati Europei alla guida della nazionale italiana. Una leadership della sua levatura potrebbe davvero essere ciò che serve alla squadra.

I perchè della candidatura di Tudor, darebbe una scossa immediata

Anche l'ipotesi dell'arrivo di Tudor appare comunque suffragata da diverse motivazioni. L'ex calciatore bianconero conosce già l'ambiente avendo militato da giocatore nel club, è già subentrato a stagione in corso l'anno scorso sulla panchina della Lazio imprimendo subito un cambio di rotta alla squadra (ne sa qualcosa la Juventus stessa, battuta all'Olimpico da un Tudor insediatosi da qualche partita con un gol di Marusic arrivato in pieno recupero) e ha la fama di essere un 'duro'.

Uno di quelli insomma che è in grado di dare subito una scossa emotiva all'ambiente. Che poi è quello di cui sembra aver bisogno la Juventus più di ogni altra cosa. Le 'prestazioni' (è molto generoso definirle così) offerte contro Atalanta e Fiorentina lasciano di fatti poco spazio a delle considerazioni tecniche o tattiche (la squadra è stata sconfitta senza mai mostrare un cenno di reazione) e il nervo psicologico sembra essere proprio quello da pizzicare per restituire fiducia ad un ambiente in cui oggi nessuno sempre più credere in quello che fa.