Riunioni con giocatori e staff, colloqui individuali, cambio modulo, presenza costante della dirigenza: dopo la doppia pesantissima sconfitta contro Atalanta e Fiorentina per un totale di sette gol subiti e zero segnati, sembra cambiata la vita di Thiago Motta alla Juventus.

Cristiano Giuntoli, facendosi in questo portavoce della proprietà, ha avviato una sorta di nuovo 'regno' incentrato su un costante e fitto dialogo tra guida tecnica e gruppo squadra che risulti utile a non mancare il fondamentale traguardo della qualificazione alla prossima Champions League, oggi distante un punto in classifica.

Alla ripresa contro il Genoa Thiago Motta varerà il 4-3-3

La prima risultanza di questo 'rinnovato' clima dovrebbe essere un cambio modulo. Voluto in una qualche misura dalla dirigenza stessa, che non sembra più disposta ad accettare delle gare in cui Yildiz, Vlahovic, Cambiaso e Gatti non facciano parte dell'11 titolare.

Una sorta di commissariamento a tempo che dovrebbe portare Thiago Mota a schierare il 4-3-3 alla ripresa del campionato, in casa contro il Genoa.

Il tridente sarebbe composto da Vlahovic al centro, Yildiz a sinistra e Kolo Muani a destra. Il centrocampo potrebbe essere formato da Locatelli, Thuram e uno tra Koopmeiners e McKennie, mentre la difesa dovrebbe vedere l'impiego di Weah e Cambiaso sulle ali, con Gatti e Kalulu al centro.

Che poi era la coppia che in una prima fase della stagione ha tenuto la difesa salda e protetta evitando in una qualche misura di non rimpiangere l'infortunio occorso il 2 ottobre scorso a Bremer.

Genoa decisiva, in caso di mancata vittoria può arrivare uno tra Tudor e Mancini

Se contro il Grifone non dovessero però arrivare i 3 punti, l'impressione è che l'epoca di Thiago Motta in bianconero sarebbe destinata a terminare.

Troppo pesanti le eliminazioni contro PSV ed Empoli in Champions League e Coppa Italia, inaccettabili le sconfitte contro Atalanta e Fiorentina non tanto per i ko quanto per come sono venuti. Senza reagire o mostrare il minimo cenno di reazione dopo i pugni incassati.

A quel punto il grande interrogativo sarebbe su chi puntare.

Il club non vorrebbe avere dei vincoli in vista del prossimo anno, ma se verrà davvero chiamato uno tra Tudor e Mancini (gli unici due profili disponibili al momento sul mercato, dotati del carisma nel primo caso e dell'esperienza nel secondo per risollevare la situazione) appare quasi inevitabile la somministrazione di un contratto fino a giugno 2025 (Mondiale per Club incluso) con opzione per un altro anno assoggettata al raggiungimento del piazzamento utile alla qualificazione della prossima Champions League.

Oggi la quarta posizione, l'ultima per poter centrare l'Europa che conta, è occupata dal Bologna, che ha un calendario molto più complesso di quello dei bianconeri e che ha un solo punto di vantaggio sulla Juventus quinta.