La Juventus ha deciso di voltare pagina e affidare la guida tecnica della squadra a Igor Tudor. La separazione da Thiago Motta è stata inevitabile dopo una stagione caratterizzata da difficoltà nei rapporti tra l’allenatore e il gruppo squadra. Il problema principale che avrebbe segnato il fallimento del progetto del tecnico italo-brasiliano è stato, infatti, la mancanza di empatia con i giocatori, un aspetto che ha inciso pesantemente sulle prestazioni della squadra.

Un episodio significativo di questa frattura è stato rivelato dal giornalista Sandro Sabatini a Calcio Selvaggio.

Secondo quanto raccontato, in alcune occasioni durante gli allenamenti, Motta avrebbe avuto atteggiamenti duri nei confronti di Kenan Yildiz. In particolare, come svelato da Sabatini, il tecnico avrebbe detto al talento turco: “Ma chi ti credi di essere? Non sei mica Messi.” Questa frase, apparentemente banale, rappresenta un indizio importante sulla gestione del gruppo da parte di Motta e sulla distanza che si era creata tra lui e i giocatori.

Il retroscena sul rapporto tra Motta e Yildiz

L’episodio evidenzia un problema più ampio nella gestione della rosa, in particolare dei giovani talenti. Motta è sempre stato un allenatore con idee tattiche ben definite, ma la sua rigidità nei rapporti personali ha finito per penalizzare la squadra.

Yildiz, uno dei prospetti più interessanti del calcio europeo, avrebbe avuto bisogno di fiducia e di una guida che lo aiutasse a crescere senza pressioni eccessive. Invece, la freddezza di Motta ha contribuito a demoralizzare il giocatore, che ha progressivamente perso il suo ruolo centrale nel progetto tecnico.

Sempre Sabatini ha sottolineato come il numero 10 bianconero sia stato spostato frequentemente in diverse posizioni in campo senza trovare continuità: “Yildiz ad un certo punto evapora nelle gerarchie di Thiago Motta.

Lui è un ragazzo giovane, si è trovato sballottato a destra e a sinistra.” Questo continuo cambiamento di ruolo, unito alla mancanza di fiducia da parte dell’allenatore, ha influito sul rendimento del giocatore e, di conseguenza, sull’intera squadra. Un talento cristallino come il suo non può essere gestito con freddezza o con critiche troppo severe, ma necessita di un ambiente che lo valorizzi e gli dia la libertà di esprimersi al meglio.

L’arrivo di Tudor e il ritorno ai valori juventini

Con l’arrivo di Igor Tudor, la Juventus spera di ritrovare stabilità e spirito di squadra. L’ex difensore bianconero, già allenatore della squadra in passato come vice e come tecnico ad interim, si è presentato con idee chiare e un approccio deciso. Durante la conferenza stampa di presentazione, Tudor ha parlato proprio di Yildiz, sottolineandone il valore e il potenziale: “Sono giocatori con caratteristiche rare, importanti, possono e devono fare gol. Fanno la differenza nel calcio.”

Queste parole rappresentano un netto cambio di prospettiva rispetto alla gestione di Motta e potrebbero segnare una nuova fase per il talento turco. Inoltre, Tudor ha voluto subito ribadire l’importanza dell’identità juventina, un aspetto che, secondo lui, si era perso negli ultimi mesi: “Ho parlato tanto di questo e non ho tanto da aggiungere.

Ho detto tutto quello che volevo dire. Bisogna fare le cose giuste.”

Con Tudor alla guida, la Juventus punta a ritrovare solidità e compattezza, aspetti fondamentali per competere ad alti livelli. Il nuovo allenatore avrà il compito di rimettere in carreggiata una squadra che, nelle ultime settimane, sembrava aver smarrito certezze e ambizioni.