Dal 24 marzo, Igor Tudor ha preso in mano la Juventus, insediandosi alla Continassa dopo l’esonero di Thiago Motta. Il tecnico croato ha immediatamente trasmesso alla squadra un messaggio chiaro: serve una scossa, soprattutto dal punto di vista emotivo. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, Tudor ha radunato i giocatori per ricordare loro l’importanza di indossare la maglia bianconera, spronandoli con parole forti: “Siamo la Juventus, dimostriamo sul campo di essere degni di questa maglia”.
L’obiettivo del nuovo allenatore è ricostruire lo spirito combattivo di un gruppo apparso fragile e demotivato nelle ultime settimane.
Le sconfitte contro Atalanta e Fiorentina hanno lasciato il segno, con ben sette gol incassati in due partite, un dato preoccupante per una squadra che ha sempre fatto della solidità difensiva un marchio di fabbrica. Tudor vuole cancellare queste macchie e restituire alla Juventus la sua identità, quella di un club abituato a lottare fino all’ultimo secondo.
Una Juventus più grintosa e con un nuovo assetto tattico
Oltre al lavoro psicologico, Tudor apporterà anche modifiche tattiche significative. Il tecnico croato è intenzionato a riproporre la difesa a tre, un modulo che ha già utilizzato nelle sue precedenti esperienze. Ma la vera novità riguarda l’attacco: Tudor punta forte su Dusan Vlahovic, un giocatore che con Thiago Motta era finito ai margini del progetto.
Il serbo, ora, avrà l’occasione di prendersi la squadra sulle spalle e tornare decisivo. I suoi gol saranno fondamentali per centrare l’obiettivo del quarto posto, imprescindibile per la società in ottica Champions League.
Per migliorare l’intesa con la squadra, Tudor ha previsto una serie di colloqui individuali con i giocatori.
L’obiettivo è comprendere le difficoltà di ciascuno e trovare soluzioni per valorizzare al meglio ogni elemento della rosa. La Juventus ha bisogno di ritrovare compattezza e determinazione, e il nuovo tecnico sembra intenzionato a ricostruire questi aspetti passo dopo passo.
Il gelo con Thiago Motta e le tensioni nello spogliatoio
Nel frattempo, a far discutere è stato il silenzio dello spogliatoio bianconero dopo l’esonero di Thiago Motta. Nessun giocatore, ad eccezione di Samuel Mbangula e Gleison Bremer, ha dedicato un messaggio d’addio all’ex allenatore sui social. Un dettaglio che conferma il rapporto ormai logoro tra il tecnico italo-brasiliano e il gruppo squadra.
Uno dei punti di attrito principali sarebbe stata la gestione della fascia da capitano, che cambiava continuamente braccio di partita in partita. Inoltre, l’ex allenatore non sarebbe riuscito a instaurare un legame empatico con i giocatori, elemento che ha contribuito alla sua rapida uscita di scena.
Ora, con Tudor al timone, la Juventus cerca di ripartire con nuovo entusiasmo e determinazione. Il tecnico croato ha già tracciato la rotta: serve grinta, spirito di sacrificio e un’identità chiara. Il primo test per la nuova Juventus sarà decisivo per capire se questa svolta potrà davvero cambiare il volto della stagione.