C'è una curiosa coincidenza che accompagna la storia dei Mondiali di calcio: ogni volta che la competizione si è disputata nella nazione d’origine del Papa in carica in quel momento, l’Italia ha conquistato il titolo. Finora è successo due volte su due. È accaduto nel 1934 in Italia con l'italiano Pio XI ed è successo di nuovo nel 2006 in Germania con il tedesco Benedetto XVI. Ora si profila una terza occasione: nel 2026 il Mondiale si giocherà negli Stati Uniti, proprio mentre il nuovo Pontefice appena eletto è un americano, Robert Francis Prevost, alias Leone XIV.

Coincidenze che ora fanno sognare i tifosi della Nazionale italiana, almeno coloro che credono nelle coincidenze.

La curiosa coincidenza: l'Italia vince il Mondiale quando si gioca in casa del Papa in carica

La storia a volte si diverte a incrociare il sacro con il profano. Dal 1930, anno del primo Mondiale di calcio, solo in due occasioni la Coppa del Mondo si è disputata nel paese d’origine del Papa in carica. La prima fu nel 1934, quando l’Italia ospitò la competizione sotto il pontificato di Pio XI, nato Achille Ratti a Desio, in Lombardia. La seconda nel 2006, con i Mondiali in Germania, patria di Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, originario di Marktl, in Baviera. In entrambi i casi, a trionfare fu proprio l’Italia, appunto campione del mondo in casa propria nel 1934 e poi protagonista di una cavalcata indimenticabile nel 2006, culminata con la vittoria ai rigori contro la Francia a Berlino.

Ora la storia propone un nuovo e curioso allineamento. Ieri infatti è stato eletto il nuovo Pontefice: si tratta dello statunitense Robert Francis Prevost, nato a Chicago nel 1955, divenuto Papa con il nome di Leone XIV. È il primo "successore di Pietro" nato negli Stati Uniti. E proprio negli USA, insieme a Canada e Messico, si disputerà il prossimo Campionato del Mondo di calcio nell'estate 2026. La finale si giocherà il 19 luglio al MetLife Stadium di East Rutherford, nel New Jersey, non troppo lontano da New York.

Un caso? Forse. Ma a chi crede nei segnali, questo intreccio tra Vaticano e pallone lascia spazio a un filo di speranza per l'Italia di Luciano Spalletti, che ancora deve iniziare le qualificazioni per guadagnarsi un posto tra le protagoniste della rassegna.

Manca quindi ancora la qualificazione, certo, ma la cabala – o almeno per chi ama leggerla – sta già apparecchiando il terreno. E chissà che il prossimo brindisi mondiale italiano non possa coincidere, ancora una volta, con la patria del Pontefice in carica.