In casa Juventus, dopo l’arrivo di Damien Comolli, ci si aspettava un’accelerazione decisa nella definizione dell’organigramma dirigenziale. E invece, a oggi, 22 giugno, la situazione è ancora ferma. Le figure chiave del direttore tecnico e soprattutto direttore sportivo mancato all'appello, e questa lentezza rischia di ripercuotersi negativamente su un mercato estivo che richiede prontezza, lucidità e decisioni rapide.

Juventus, figure cardini nello scacchiere bianconero ancora vacanti

A Torino si avverte una strana calma, una quiete che però non tranquillizza.

La Juventus, dopo un altro anno di transizione, è chiamata a rifondare non solo sul campo, ma soprattutto nei piani alti della dirigenza. Tuttavia, a quasi un mese dall'inizio di giugno e con la nuova stagione che già si avvicina a gran passi, il club bianconero appare ancora impantanato nella fase più delicata: la costruzione dell’organigramma.

L'arrivo di Damien Comolli come nuovo direttore generale aveva fatto sperare in una svolta rapida, efficace e strategica. Il dirigente francese, uomo di esperienza internazionale, aveva chiarito fin dai primi giorni la necessità di completare lo staff dirigenziale con due figure fondamentali: un direttore tecnico e, soprattutto, un direttore sportivo.

Quest'ultimo, considerato l’uomo chiave per orchestrare le operazioni di mercato in entrata e in uscita, è ancora oggi una casella vuota nello scacchiere della Vecchia Signora.

Juve, diversi dossier aperti sul tavolo dei bianconeri da risolvere

Una lentezza preoccupante, che rischia di rallentare irrimediabilmente anche la pianificazione sportiva. In casa Juve, infatti, i dossier aperti sul tavolo sono numerosi, e alcuni richiederebbero decisioni immediate. Uno su tutti: Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo ha il contratto in scadenza nel 2026 e, in assenza di un rinnovo o di una cessione già pianificata, si corre il rischio concreto che resti per un altro anno alla Continassa per poi salutare a parametro zero.

Un'eventualità che la Juventus non può permettersi, né economicamente né sportivamente.

E non è l’unico caso spinoso. C'è anche il nodo Francisco Conceicao, esterno portoghese reduce da un’ottima stagione e che il nuovo tecnico Igor Tudor vorrebbe trattenere in rosa. Il problema? Il Porto non fa sconti: servono 30 milioni di euro per riscattarlo. Una cifra importante, che richiede decisioni rapide e una strategia coerente, ma che al momento sembra scontrarsi con l’assenza di una cabina di regia sportiva definitiva.

La Juventus si trova quindi in una fase di stallo pericolosa. Comolli lavora sotto traccia, ma il tempo stringe e le occasioni di mercato rischiano di sfuggire. Mentre le altre big italiane si muovono già con decisione, basti guardare a Roma o a Milano, alla Continassa si attende ancora l’identità di chi dovrà prendere in mano le redini operative del club. E il ritardo accumulato rischia di avere ripercussioni dirette sulla costruzione della rosa, lasciando Tudor con più interrogativi che certezze.