Dal 31 dicembre 2016 nasce il più grande gruppo telefonico italiano, dalla fusione tra la wind e la Tre: wind tre Spa. Oggi si sono verificati però grossi disagi riguardo alle ricariche dei due operatori. Infatti fino a stamattina è stato impossibile ricaricare sia Wind che Tre, poi piano piano il problema è stato ripristinato nel pomeriggio.

Nel settore della telefonia da anni sia la Tim che Vodafone si sono contesi il primato, che da oggi spetta sicuramente a Wind Tre con 31 milioni di clienti. Chiaramente si potrà fruire delle rete unificata soltanto a partire dalla metà di quest'anno, fino al totale completamento che dovrebbe avvenire entro la fine del 2019.

Questo è quanto hanno risposto attraverso i loro profili Facebook sia gli operatori Wind che 3 Italia.

Il nuovo amministratore delegato del gruppo, Maximo Ibarra, in una nota ha spiegato che nei prossimi anni saranno investiti 7 miliardi di euro in infrastrutture digitali e che il gruppo mira a diventare "un operatore di riferimento nell'integrazione fisso-mobile e nello sviluppo della rete fibra di nuova generazione, grazie anche all'accordo, per la realizzazione di un'ultra banda larga, con la Enel Open Fiber.

La Wind Tre offrirà un network ancora più performante, che grazie all'unificazione delle due reti, permetterà di sviluppare ulteriormente l'ultra broadband mobile (4G/LTE). L'integrazione avverrà gradualmente e si concluderà entro il 2019.

Durante questo periodo i clienti di entrambi gli operatori, potranno usufruire progressivamente della nuova struttura di rete e la fusione non avrà nessun impatto sulle tariffe applicate, compreso i servizi.

Da un punto di vista commerciale, per il momento, i marchi resteranno ancora distinti, così pure i negozi e l'assistenza.

Considerando anche che la nuova società ha ora già 2,7 milioni di clienti di rete fissa Infostrada, di proprietà della Wind, in quanto la 3 non aveva ancora un servizio di rete fissa.

Una fusione cominciata alla fine del 2014 e terminata in questi giorni e che ha portato alla nascita di una grossa joint venture paritetica. Un'intesa da 7,9 miliardi di euro che prevede una divisione degli utili e delle perdite uguali tra le aziende coinvolte.