Un plico esplosivo è stato recapitato nella serata di mercoledì al giornalista del quotidiano torinese "La Stampa" Massimo Numa.

 Il pacco era composto da un hard disk carico di oltre 100 grammi di polvere esplosiva, al quale c'era accompagnata una lettera di spiegazione: "Contiene filmati girati nel camping di Chiomonte da cui è possibile individuare il figlio di un noto magistrato e altri cattivi maestri".

Massimo Numa si occupa da tempo della delicata situazione relativa ai No Tav ed  è nel mirino da tempo di alcuni movimentisti, con insulti e minacce.

Proprio per questo il giornalista si è insospettito e decide di non aprire il pacco, ma di chiamare la polizia postale, che conferma la pericolosità dell' hard disk-bomba. Un hard disk che aveva l'obiettivo di uccidere: la polvere dentro l'hard disk avrebbe fatto si che, una volta collegato  al computer, esso sarebbe esploso provocando una pioggia di schegge.

Le indagini della Digos convergono sulla pista anarco-insurrezionalista legata ai movimenti contro l'Alta Velocità, argomento del quale Massimo Numa si occupa da tempo, fino ad essere indicato come uno dei maggiori obiettivi da eliminare, tanto da essere soggetto a minacce da tempo.

Il procuratore capo del capoluogo piemontese Giancarlo Caselli ha sottolineato la pericolosità del pacco recapitato nella sede del quotidiano, ed ha constatato come negli ultimi tempi "si respiri nell'aria un messaggio criminale da parte del braccio antagonista e anarco-insurrezionalista. Un messaggio che si riassume con le parole chi tocca i fili rischia grosso, che sia nun poliziotto, un magistrato o un giornalista..."