A Torino un bimbo di appena 15 giorni ha cominciato a piangere, fatto più che normale per un neonato così piccolo. Il padre irritato da quel pianto a dirotto del piccolo che non la smetteva più, lo ha preso e ha cominciato a dargli degli scossoni. Questi scossoni hanno provocato però al bimbo una emorragia cerebrale. Il neonato è stato ricoverato per un mese all'Ospedale Margherita di Savoia di Torino, in cui ha lottato in bilico tra la vita e la morte.

Dopo questi trenta giorni il piccolo è stato dichiarato fuori pericolo, ma esiste ancora la possibilità che possa accusare dei danni a distanza dall'episodio, quali la cecità o la tetraplegia, e per quanto i medici mostrino di essere cautamente ottimisti, il rischio di danni permanenti non è stato fugato del tutto.

Solo esami approfonditi a cui verrà sottoposto il neonato nei prossimi mesi potranno accertare l'entità dei danni. Uno scossone fatto a un neonato può provocare potenzialmente delle conseguenze anche letali.

In un primo momento l'uomo, un trentenne residente nel torinese, che una volta accortosi che il figlio stava male, l'ha immediatamente condotto in ospedale, ha raccontato ai sanitari che il figlio gli era sfuggito dalle braccia mentre gli stava dando la pappa. I medici però dopo il ricovero del piccolo in rianimazione a causa di una emorragia cerebrale, hanno deciso di andare fino in fondo in questa vicenda.

Il padre è stato quindi iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Torino, l'accusa di cui deve rispondere è di lesioni colpose.

L'uomo infatti nel corso di un lungo interrogatorio ha ammesso davanti al pm di aver scosso violentemente il figlioletto. La prognosi adesso per il piccolo che dopo un mese ha lasciato il reparto di Rianimazione, si trova nel reparto di terapia sub-intensiva, rimane tuttavia ancora riservata.