Trombato alle scorse Elezioni politiche, con un Flipraticamente annullato e azzoppato in maniera decisiva, all'ex presidente dellaCamera Gianfranco Fini non è rimasto altro che dedicarsi alla scrittura, oltreche al giardinaggio ed all'esplorazione spaziale che pratica dai balconi dicasa Tulliani.
Come più volte anticipato infatti, l'ex leader di An sta perdare alle stampe il suo ultimo libro intitolato: "Il Ventennio. Io,Berlusconi e la destra tradita". Più che altro per tornare sulla scena mediatica (con lasperanza di ritornare su quella politica da protagonista), Gianfranco Fini spera di recuperare modalità evisibilità offrendo la sua versione dei fatti che lo hanno visto protagonistaassieme a Berlusconi di un periodostorico per l'italia.
Inuna lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, l'ex An, spiega cheBerlusconi "ha ancora un vasto consenso, nel Paese e nel suo partito e non è capace di mentire: "Berlusconi non mente; rimuove. È del tutto incapace di ammettere un errore. Ha bisogno di convincersi che le cose siano andate esattamente come dice lui, altrimenti non riuscirebbe a convincere gli altri".
Ha anche qualcosa daaggiungere su Angelino Alfano, l'uomo che in uncerto senso ha preso il posto che gli sarebbe toccato in quanto delfino delCav: "Berlusconi lo scelse non come segretario di partito, ma come segretario particolare. Ora ha dimostrato di avere il 'quid', ma non sarà facile restare diversamente berlusconiano", dichiara l'ex presidente di An aggiungendo "temo che non sia possibile convivere nello stesso partito con Berlusconi esprimendo una posizione diversa.
Oggi lui è più debole, ma continua a voler comandare il Pdl come faceva a Mediaset o al Milan. Se decadrà da senatore, griderà che non si può restare al governo con i propri carnefici".
Parlando dei cosiddetticolonnelli di An che lo avevano affiancatodurante la militanza nel partito di Almirante, aggiunge "da Gasparri non mi aspettavo nulla.
Di Matteoli sapevo che era sempre stato filogovernativo, in sintonia con la leadership del momento. Alemanno non batté ciglio. Il silenzio di Giorgia Meloni mi confermò che si può essere giovani all'anagrafe ma prudenti e tattici come Matusalemme, da La Russa mi aspettavo di più. Eravamo amici da trent'anni. Mi diede un dolore quando si piegò al diktat sulla mia espulsione".
Poi Gianfranco Fini passa al tema immigrazione, e commenta la legge Bossi-Fini cheporta il suo nome e che è sulla bocca di tutti: "oggi può essereammodernata, ma credo che l'impianto resti valido, a cominciare dal principiofondamentale: a parte gli studenti, ha diritto al permesso di soggiornol'immigrato che lavora e ha un reddito".
Sul futuro del Centro e suoi protagonisti,Fini non ha dubbi: "Monti è stato un buon Premier e un pessimo candidato Premier. La nostra alleanza con lui è apparsa un'operazione di Palazzo. Non credo ci sia futuro per il centro, dal Pd, guidato da due cattolici come Renzi e Letta, non vedo smottamenti in arrivo. E poi il bipolarismo ha messo radici nel Paese. Se c'è un terzo polo, è Grillo". E sul proprio futuro, "quarant'anni di politica non si dimenticano, non voglio smettere: agirò in modo diverso. Una stagione si è chiusa".