Bologna, quartiere San Donato, scuola media Besta.
I genitori di una ventina di studenti, arrivati quest'estate nel nostropaese da diverse parti del mondo, per il ricongiungimento familiare, in agosto fannodomanda d'iscrizione per i loro figli, alla scuola media Besta. Le classi sono già state formate e il presidedell'istituto, per non far perdere l'anno scolastico ai ragazzi e con l'approvazionedella maggior parte del Collegio docenti, chiede e ottiene dall'Ufficioscolastico provinciale, di costituire una classe prima sperimentale per questi alunni,dagli 11 ai 15 anni che parlano poco o per niente l'italiano.
Il progetto prevede il potenziamento dell'insegnamento della linguaitaliana e con il progredire dell'apprendimento, il successivo inserimento deiragazzi nelle classi di appartenenza per età. In questo percorso, non mancherà l'attivitàin comune con gli altri compagni della scuola, fra cui lo studio della linguainglese, le uscite didattiche e la palestra. Una classe aperta che accoglienuovi ragazzi stranieri e quelli che forma li fa proseguire nel percorsoscolastico. Una classe- ponte.
I genitori del Consiglio d'istituto appresa la notizia ad annoscolastico iniziato, hanno aspramente criticato la scelta del preside,accusandolo di creare divisioni e discriminazioni tra i ragazzi. Nella lettera diprotesta che hanno inviato al Coordinamento dei Consigli di istituto, lamentano che gli alunnidi questa classe potranno parlare italiano solo con l'insegnante, "annullandotutte le potenzialità di educazione tra pari" e che nella stessa, mancherà la possibilità di creare rapportistabili e duraturi tra gli alunni, perchéci sarà un continuo andare e venire.
Permolti è diventata la classe-ghetto.
Di diversa opinione è ilvicedirettore dell'Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari, che difendeil lavoro del preside della Besta affermando che "bisogna ringraziare questascuola invece di criticarla a priori". Ancheil sottosegretario all'istruzione Gian Luca Galletti, vede positivamente ilprogetto e garantisce che la sperimentazione sarà monitorata per "verificareche l'obiettivo rimanga quello di avviare questi ragazzi a un percorso d'inclusionee integrazione".
Di fronte alla politica che non perde occasione per infiammarsi, il preside dice: "Lasciateci lavorare!".