Si fa sempre più intricata la questione dei marò. Nei giorni scorsi si erano diffuse voci allarmanti su una loro imputazione per terrorismo. Sono mesi di angoscia e confusione per lo Stato italiano e per le famiglie di Salvatore Girone e Massimo Latorre detenuti in India con l'accusa di omicidio di due poveri pescatori indiani, che se incriminati dalla legge Sua Act rischierebbero la pena massima, cioè la morte. La notizia è circolata sotto forma di indiscrezione ma il Ministro degli Esteri indiano, Salam Khursid, ha rassicurato lo Stato italiano su un favorevole epilogo della vicenda.

Il governo italiano con a capo il Premier Enrico Letta ha dichiarato che si augura che l'India trovi una soluzione alla vicenda portando il caso marò ai vertici dell'UE. Il presidente del Consiglio è intervenuto ad una riunione tenutesi a Bruxelles con il numero uno della Commissione europea Josè Manuel Barroso e cinque altri ministri. Barroso ha avvertito New Delhi che ogni loro decisione sulla condanna avrà ripercussioni sui rapporti tra l'India e l'Europa, ritenendosi fortemente convinto della buona riuscita del caso. Inoltre ha dichiarato che l'Unione Europea è contraria ad ogni forma di violenza compresa la pena capitale e la pirateria. Mentre Enrico Letta augura che si trovi una soluzione all'ormai lunga vicenda, pregando l'Unione Europea di non lasciare soli i marò. 

Il dibattito ha avuto come epilogo la questione dell'Italia, che secondo Barroso sarebbe ancora fragile ma con buone possibilità di ripresa, per le quali risulta fondamentale che vengono risanati i conti pubblici e dato lavoro ai giovani.