Con tre camion sono arrivati all'aeroporto Simferopol e lo hanno occupato: i 50 uomini armati e con l'uniforme non identificata, hanno stazionato davanti all'ingresso dove si è radunata una folla di sostenitori filorussi con tanto di bandiere della flotta russa nel Mar Nero. In questa regione, nella penisola della Crimea staziona la flotta russa, ed in questa parte dell'Ucraina la popolazione ha forti legami ed è principalmente russa.

La Crimea è una repubblica autonoma dell'Ucraina, da giovedì è occupato il parlamento da una trentina di uomini filorussi armati, i quali hanno rovesciato il governo della Repubblica autonoma ucraina che fa capo a Kiev, hanno programmato un referendum con il quale chiedere più autonomia al governo ucraino: in altre parole, vogliono liberarsi dalla politica centrale di Kiev e allinearsi più fedelmente verso Mosca, questa sembra l'ipotesi al momento più plausibile.

Nel frattempo Putin che è anche il capo delle forze armate russe, ha ordinato il pattugliamento aereo dell'area occidentale del paese, ed ha dato l'avvio alle esercitazioni congiunte con le varie forse militari russe sul territorio della penisola: i numeri di queste esercitazioni sono impressionanti, oltre 150.000 uomini coinvolti, 900 carri armati, 90 aerei, 120 elicotteri, 1.200 mezzi compresi tra trasporto truppe e mezzi con artiglieria, mobilitate per queste esercitazioni anche 80 navi della flotta che stazione a nord del Mar Baltico. Chiamarla esercitazione è alquanto riduttivo se consideriamo che le navi del Baltico sono a 2.500 km circa dalla Crimea.

Questa mossa di Putin ha provocato non poche tensioni.

 Il presidente ad interim Aleksandr Turcinov e capo del parlamento ucraino ha fatto sapere che il movimento di mezzi e truppe russe fuori dalle aree prestabilite sarà considerata aggressione, che quindi lo stato ucraino potrà intervenire per difendere la propria sovranità territoriale. Rivolgendosi poi al governo di Mosca ha ricordato gli accordi presi con il trattato di amicizia e cooperazione stipulato nel 1997, dove la Russia si impegna a rispettare l'indipendenza e sovranità dell'Ucraina.

Mosca ha confermato che rispetterà gli accordi, ma nel mentre mostra i muscoli e si prepara ad ogni eventualità, anche la peggiore. In tutto questo fermento militare la NATO, attraverso il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, chiede alla Russia di non avviare azioni che possano essere male interpretate e creare ulteriore tensione; in altre parole un avvertimento alla Russia che equivale a 'siete guardati a vista'. La partita è aperta e le condizioni al momento non sono rassicuranti, il territorio della Crimea è come un campo minato, il primo che fa un passo falso salta tutto in aria.