Dopo le vicende anche violente dell'ultimo mese in Ucraina, la prima svolta è quella che riguarda la Crimea, che con quasi la totalità dei votanti sceglie di stare al fianco di Putin e della grande madre Russia, era inevitabile tutto già previsto.

La penisola a sud dell'Ucraina sotto influenza russa sceglie di stare ad Est piuttosto che abbracciare l'occidente e l'Europa, del resto è comprensibile, perché mai dovrebbero lasciare quel che hanno con il rischio di perdere anche quello spostandosi verso occidente?

L'Europa e gli Stati Uniti in questi anni non si sono fatti una gran bella pubblicità, basti pensare alle varie guerre per esportare la democrazia, gli interventi nelle primavere colorate e non ultima l'ombra che dietro i cecchini di piazza Maiden ci fossero proprio i servizi occidentali, come lascia intendere anche la telefonata intercettata tra Paet ministro degli esteri estone e Katherine Ashton capo della diplomazia europea.

In Crimea le notizie arrivano come in qualunque altra parte del mondo.

Ora le cose si complicano ulteriormente, Obama ha già sentenziato che è illegale, mentre da parte russa la risposta è ovviamente opposta ed è tutto legale nel rispetto delle leggi internazionali. La Russia ora dovrà esaminare l'annessione della Crimea alla confederazione russa, ma a questo punto pare sia solo una banale formalità.

Il popolo della Crimea si è espresso e la quasi totalità ha deciso di essere russo; a questo punto per la Russia non è solo un dovere ma anche un obbligo prendersi in carico le sorti della penisola.

Ci potranno essere colpi a sorpresa e non saranno più diplomatici ma di cannone, perché Kiev ha minacciato più volte di usare ogni mezzo per contrastare l'eventuale presa territoriale da parte dell'esercito russo.

L'area orientale dell'Ucraina, quella confinante con la Russia è sullo stesso orientamento della Crimea, quindi altri scenari ancora più inquietanti possono sorgere a complicare ulteriormente le cose.

Nel frattempo l'Europa e gli USA stanno valutando sanzioni economiche nei confronti della Russia, una mossa che devasterà ancora di più l'Europa e maggiormente l'Italia, un eventuale blocco delle esportazioni provocherebbe una perdita di circa 80 miliardi l'anno, con chiusura di aziende e rispettiva perdita di posti di lavoro, davvero l'Europa e l'Italia vogliono interferire in una faccenda così ambigua e complicata?