Aveva deciso di interrompere volontariamente la Gravidanza, ma è morta all'ospedale Martini di Torino dopo aver preso la pillola RU486. Intanto si aspettano i risultati dell'autopsia per accertare se il decesso sia stato causato dal farmaco. Si tratterebbe del primo caso in Italia di morte per colpa della pillola abortiva, mentre negli Stati Uniti sono stati registrati già otto casi di intolleranza letale al farmaco.

Lunedì la donna si era recata in ospedale per assumere il mifepristone, il farmaco che blocca la gestazione. Mercoledi è tornata in ospedale e le è stata somministrata la prostaglandina per completare la terapia di aborto.

La donna sembrava stare bene, ma dopo quattro ore dall'assunzione del farmaco ha avuto una crisi respiratoria e ha perso conoscenza, i medici sono riusciti a rianimarla, poco dopo però, durante un'altra violentissima crisi, il cuore ha smesso di battere. Inutili sono stati stavolta i tentativi disperati dei medici di salvarla. Si sospetta che la morte sia avvenuta per un'embolia.

Increduli i medici. Il primario che l'ha seguita dichiara che la paziente non soffriva di alcuna patologia particolare, quindi non c'era motivo per non interrompere la gravidanza in modo farmacologico anzichè chirurgico.

Il ministero della Salute ha aperto un fascicolo sul caso. Intanto il ginecologo Silvio Viale, il "padre" della pillola abortiva, esclude che vi sia un nesso tra la morte della donna e la somministrazione della pillola RU486 e afferma inoltre che decine di milioni di donne nel mondo e 40 mila in Italia hanno assunto questo farmaco. Sarà quindi l'autopsia a chiarire i motivi di una morte che per ora rimane inspiegabile.