Non ha retto la tregua sancita a Ginevra giovedì. Ieri, giorno di Pasqua, infatti gli scontri in Ucraina tra insorti e filorussi hanno provocato cinque morti a Slaviansk. Come riportato dalla versione on-line del "Fatto Quotidiano", le reazioni sono state immediate e l'autoproclamato sindaco della cittadina, Viaceslav Ponomarev, ha immediatamente chiesto al presidente russo l'invio di truppe per proteggere la locale popolazione in maggioranza russofona o in alternativa l'invio di armi con cui difendersi dai militari ucraini.
La situazione rimane dunque estremamente incerta e tesa.
Inoltre il sindaco di Slaviansk, la città protagonista degli scontri, ha decretato a tempo indeterminato il coprifuoco dalla mezzanotte alle sei di mattina e non ha esitato nemmeno a minacciare il Ministro degli Interni ucraino, Avakov, nell'intenzione di dissuaderlo a visitare la cittadina dell'est ucraino.
Le reazioni della Russia
Ovviamente questa vicenda, che arriva pochi giorni dopo gli accordi di Ginevra stipulati giovedì, non poteva non avere ovvie ripercussioni internazionali. La reazione più importante è chiaramente quella che arriva dalla Russia. Dal fronte russo, il Cremlino, nella persona del Ministro degli Esteri Lavrov, accusa Kiev di non fare abbastanza per eliminare le cause della crisi interna e ha inoltre affermato che quanto accaduto a Slaviansk è "oltre ogni limite".
Il Ministro non si è poi nemmeno risparmiato dall'attaccare direttamente gli americani, mediatori negli accordi di giovedì, accusandoli di non capire le responsabilità di coloro che "ha portato al potere". Dunque pare essere definitivamente fallito il primo tentativo internazionale di pacificare la regione ucraina. I destini di milioni di persone e di una nazione rimangono così in bilico.