Il cerchio si stringe intorno ad Antonio Logli, unico indagato per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie in quella notte maledetta del gennaio 2012 quando tra l'altro affondò con il suo carico di vittime innocenti la Costa Concordia all'Isola del Giglio. Il procuratore Ugo Adinolfi è sicuro della sua colpevolezza e perciò dichiara che meriterebbe di essere processato anche per dare una risposta ai figli ormai grandi che sono stati privati della loro mamma sparita nel nulla tra il 13 e 14 gennaio 2014. Tra l'altro la caduta dalle scale non sarebbe casuale ma sarebbe stato il marito a spingerla per la scaletta che porta alla soffitta.

La donna era caduta nel tentativo di aiutate il marito a riporre le scatole contenenti gli addobbi natalizi procurandosi un trauma cranico sfiorando con la testa uno spigolo del mobile. Gli investigatori ritengono che l'indagato al culmine di una lite dovuta ai rapporti tesi tra i due coniugi, abbia provato a togliere di mezzo la donna. Roberta raccontò alle amiche di essersi spaventata moltissimo e di aver temuto che Antonio Logli la volesse uccidere, sottolineandolo sul suo diario come tragedia.

Il coniuge, che sarebbe stato quindi scoperto, avrebbe provato ad ucciderla una prima volta a causa di un rapporto deteriorato per la frequentazione di Antonio con la giovane segretaria della autoscuola nonché baby-sitter dei figli, rapporto giunto al capolinea.

Inoltre l'uomo avrebbe ucciso e occultato il cadavere di Roberta Ragusa che si era allontanata dalla casa in pigiama rosa prima di essere nuovamente raggiunta dal marito e fatta sparire per sempre. Antonio Logli forse con la complicità del padre Vladimiro Logli avrebbe occultato il cadavere della bella moglie dopo una lite sfociata in tragedia, testimoni attendibili sembrano avvalorare tale tesi.

Loris Gozi che aspettava il ritorno della consorte a casa dopo il turno di notte aveva visto Roberta in Via Gigli dove era stata raggiunta dalla macchina di Logli per poi udire un colpo secco e l'auto ripartire nel cuore della notte. Un'altra testimone vide Logli nello stesso punto di Loris Gozi. La procura non ha dubbi, Antonio Logli resta l'unico indagato, scovato anche grazie ad una cimice posizionata nell'auto dell'autoscuola che registrava la simulazione fatta di notte dall'indagato insieme ad una dipendente, intercettazione ambientale che potrebbe (non vi sono certezze al momento) finalmente porre fine a questa tragedia che da oltre 2 anni tiene con il cuore in gola molte persone.