Chi si aspetta una serie di anticipazioni e indiscrezioni sui prossimi Mondiali Brasile 2014 resterà forse deluso dall'apprendere che il Brasile, oggi, non è affatto l'isola felice che qualcuno ingenuamente immagina "per sentito dire": il luogo tutto calcio, spensieratezza, samba e belle donne, ideale per una lunga vacanza ristoratrice, ma qualcosa di molto più complesso.
Se a parte vi abbiamo fornito una serie di info e riflessioni sull'evento sportivo, in questa sede ci corre l'obbligo di aprirvi gli occhi circa le infinite problematiche di natura socio-economica di un popolo che negli ultimi anni, lo avevamo già rilevato ai tempi della Confederation Cup, sembra prossimo a una sorta di "rivolta" più o meno civile per vedere riconosciuti alcuni diritti fondamentali.
Costo della vita alle stelle, disoccupazione, sperequazioni tra categorie sociali non più sopportabili creano le premesse per una protesta che ha individuato negli ingenti investimenti effettuati per rimodernare gli impianti (Belo Horizonte, Brasilia, Porto Alegre, Recife, Rio de Janeiro, Salvador de Bahia, San Paolo, Cuiabà, Curitiba, Fortaleza, Manaus, Natal) uno dei principali bersagli.
Il Paese sarà completamente stravolto, tra meno di un mese ormai, dall'eccezionale afflusso di turisti calciofili provenienti da ogni angolo del pianeta per assistere all'evento sportivo per antonomasia vale a dire l'edizione 2014 dei Campionati del mondo di calcio che quest'anno vedono i padroni di casa del Brasile favoriti dopo l'ottima dimostrazione di forza già fornita in Confederation Cup grazie al talento dei vari Fred e Neymar.
Sono spesso molto dure le reazioni delle forze dell'ordine, per ridurre a più miti consigli i cittadini di un Paese più che mai sull'orlo di una crisi di nervi. Nelle prossime settimane ne sapremo di più.
Il malcontento generale in questi giorni sta salendo e fa riflettere un dato in particolare. Secondo alcuni sondaggi il 48% dei cittadini non è felice di essere il Paese ospitante dei Mondiali.
Un dato che - ove trovasse conferme - è da ritenere veramente sorprendente. La settima potenza economica del mondo (prima produttrice di smartphone) è una terra insolitamente piena di paradossi, a partire dal fatto che nelle poverissime favelas vive ancora il 7% circa della popolazione. La crisi economica globale - ma anche locale - minaccia seriamente i Mondiali Brasile 2014.