Come avevamo anticipato, c'è il rischio di assistere a un'edizione a dir poco problematica dei Mondiali Brasile 2014, in quanto già a un mese circa dalla gara d'esordio (l'attesissima Brasile-Croazia) parte della popolazione mostra chiari segni d'insofferenza.
Già nel 2013, durante lo svolgimento della Confederations Cup vinta brillantemente dai padroni di casa, si erano percepiti netti segnali di un disagio sociale davvero pesante con un 7% di popolazione che vive ancora nelle favelas e soprattutto costretta a tollerare un fiume di soldi utilizzati nell'allestimento dell'imponente macchina organizzativa dei Mondiali.
Da un lato le rutilanti immagini delle finte e controfinte di Neymar o delle discese arrembanti sulla fascia di Marcelo, dall'altra cittadini in miseria, disperati, pronti a lottare anche per protestare contro i rincari del biglietto del bus: i due volti inquietanti della stessa medaglia.
Oggi, 16 maggio 2014, si devono registrare proteste e manifestazioni in ben dieci città del Brasile, con disordini a Rio e incidenti a San Paolo. Secondo i leader della protesta sono solo le prove generali di quanto potrebbe accadere tra un mese, per sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale, ma anche per avere risposte concrete dal Governo, vero e principale bersaglio della protesta di piazza. Circa 5.000 membri del cosiddetto "Movimento dei senzatetto" di San Paolo ha incendiato diversi pneumatici, creando il classico effetto "guerriglia urbana" e marciato alla volta dello stadio del Corinthians, cioè quello che ospiterà la partita inaugurale.
Situazione critica a San Paolo per un corteo di 5.000 senza casa.
Le precarie condizioni di vita di una parte dei brasiliani rappresentano un problema che va affrontato e non può essere certo un grande evento sportivo come i Mondiali Brasile 2014 a stemperare la crescente tensione, poiché l'antico stratagemma dei romani del cosiddetto "Panem et circenses" davanti a certe condizioni di vita si rivela inefficace. La popolazione chiede risposte concrete alla classe politica e non si fermerà certo dopo le prime manifestazioni.