"Aiuto!" è stato l'ultimo grido di Cristina, la moglie di Carlo Lissi.
Succede a Motta Visconti, nel Milanese, intorno le 23:00 del 14 giugno.
Una data che tutta l'Italia ricorda per i due gol inferti all'Inghilterra, ed invece è accaduto qualcosa di più importante quella sera.
Mancava un'ora all'inizio della partita, Carlo si trovava nel soggiorno della sua villa, i figli dormivano al piano di sopra, la moglie era vicino a lui.
I due adulti consumano un rapporto sessuale, poi lei si adagia sul divano e lui va in cucina.
Cristina sente una presenza alla schiena, forse è il marito che vuole darle un bacio sul collo dopo l'amore appena dimostrato, ma quello che arriva tra il collo e la spalla di Cristina non è un bacio e nemmeno una carezza, ma una coltellata inaspettata e senza pietà.
Cristina si gira, ferita dentro e fuori, riesce solo a dire:"Carlo...Perché mi fai questo?" .
Poi pronuncia le ultime cinque lettere che firmano la sua condanna a morte "aiuto".
Carlo scaraventa la moglie a terra con un pugno e le infligge altre 4 coltellate all'addome e alla schiena.
I piccoli dormono ancora, ignari della strage che è stata appena consumata al piano di sotto.
Il mostro cattivo arriva anche per loro, questa volta non spunta da sotto il letto (come da immaginario collettivo dei bambini) ma arriva dalle scale.
Carlo apre la porta della stanzetta della figlia di cinque anni e la uccide nel sonno, trapassandogli la gola con il coltello.
Poi va nella sua camera, dove è addormentato il secondo figlio di soli 20 mesi e lo condanna alla stessa pena di morte istantanea.
Scende giù come nulla fosse, fa una doccia e va ad un pub a vedere la partita, prima però butta il coltello a 100 metri da casa sua.
L'orco, travestitosi da umano, esulta per i gol dell'Italia, ride, scherza, incurante della famiglia che ha appena ucciso.
Alle 2:00 torna a casa e come un attore mette in scena il ritrovamento dei corpi, l'angoscia, il dolore.