Non c'è pace per l'Iraq, Paese che dopo la caduta di Saddam Hussein non riesce ancora a trovare una propria solidità democratica. Il ritiro delle truppe americane dal Paese voluto da Obama ha fatto sì che gli islamisti potessero avanzare facilmente, trovando davanti a sé la fragile opposizione dell'esercito locale. Molte zone di confine sono così già sotto il controllo degli jihadisti, i quali, hanno gradualmente abbandonato il fronte siriano trovando lì la ferma opposizione di Assad, e si sono concentrati sul territorio iracheno.

Ma in queste ore sta girando una notizia allarmante.

Il governo iracheno ha fatto sapere alle Nazioni Unite che gli insorti islamici sono entrati in possesso di uranio, sottratto al centro di ricerca presso l'università di Mosul. Inoltre, hanno preso il controllo di una fabbrica di armi chimiche attiva ai tempi di Saddam Hussein che si trova a Muthanna, 70 km circa a nord-ovest di Baghdad. La struttura è oggi un deposito di sostanze chimiche e di alcuni missili caricati con Sarin e altri tipi di gas nervino, che secondo gli esperti di Usa e Onu sono in uno stato di degrado tale da essere inutilizzabili. Ma la prudenza in questi casi non basta mai.

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha reso noto che il materiale rubato nell'Università non rappresenta una minaccia per la sicurezza, né possa essere utilizzato per un'eventuale proliferazione nucleare.

L'Agenzia sta seguendo la vicenda del furto, ed ha ammesso che in ogni caso il fatto che materiale nucleare o radioattivo finisca nelle mani sbagliate è fonte di allarme.

Com'è la situazione istituzionale in Iraq? Le ultime elezioni democratiche, definite le prime vere dal post-Saddam, hanno visto il successo della coalizione sostenuta dal Premier uscente Nuri al-Maliki; la quale però non ha ottenuto una maggioranza sufficiente, ma 92 seggi su 328.

Nessuno degli altri partiti ha invece raggiunto i 30 seggi, dunque la situazione parlamentare del Paese è molto frammentata e "balcanica". Inoltre, l'esercito in questi ultimi mesi sta mostrando la propria impreparazione. Stesso dicasi per la sicurezza ordinaria, con attentati che si consumano tutti i giorni. Insomma, regna il caos e quest'ultima notizia relativa alle armi chimiche non fa che aumentare l'attenzione internazionale sul Paese.