Ore davvero calde per l'apparentemente tranquilla città di Latina, che deve fare i conti con messaggi di tipo criminale inquietanti, in quanto in pochissimi giorni è successo di tutto e di più: il 48enne tabaccaio Marco Urbani, descritto come un tranquillo commerciante subentrato al padre (defunto) nella gestione dell'attività, è rimasto vittima di un attentato consumato in pieno giorno, poco dopo l'orario d'apertura (le 16:00).

La tabaccheria di Marco Urbani si trova in zona centralissima e precisamente in via dei Mille, a due passi dallo stadio Francioni.

L'uomo ha avuto il perone fratturato da uno dei due proiettili che gli sono stati sparati contro, il primo dei quali non ha fortunatamente raggiunto l'obiettivo. A fare fuoco è stato un uomo dal volto travisato da un casco integrale, sceso da uno scooter subito abbandonato, che è poi risultato rubato a Terni. Gli inquirenti sono all'opera in queste ore per fare chiarezza sull'identità dell'attentatore.

Il precedente

Va ricordato che Marco Urbani nell'ormai lontano 1999 ebbe il coraggio di denunciare (per estorsione) alcune persone e di rivolgersi con fiducia alle istituzioni, nonostante un duro pestaggio subito in aperta campagna a scopo intimidatorio. Naturalmente tra i due distinti episodi non esiste un collegamento, ma anche questa è una pista investigativa da battere.



Non è tutto: in pochi giorni a Latina si sono registrati spari contro un ristorante sul lungomare ("Già Sai"), un 20enne attualmente in gravi condizioni travolto dal "solito" pirata senza assicurazione, un ristorante sito in via Pastrengo ("Giorgione") dato alle fiamme. Decisamente troppo: la malavita sembra scatenata.



Molti benpensanti si dicono increduli, attoniti davanti a metodi più degni di Gomorra che di una città di provincia, ma chi conosce a fondo la realtà pontina ben sa che in questa città di fondazione "celebrata" nel romanzo "Canale Mussolini" di Pennacchi non è tutto oro quel che luccica.

È noto che vi sono alcuni gruppi criminali che operano da tempo sul territorio, imponendo la loro dura "legge" basata non solo su minacce ed estorsioni che meriterebbero di diventare materia da romanzo, ma sul controllo dello spaccio di droga e del triste "mercato", oviamente illecito, dell'usura che purtroppo storicamente ha lasciato sul campo molte vittime tra gli imprenditori pontini.

Latina, insomma, essendo da tempo in grave crisi economica per la chiusura o il fallimento di numerose aziende, è diventata terra di conquista per la delinquenza organizzata, anche se le forze dell'ordine hanno sempre dimostrato vigilanza e tempestività nelle attività repressive dei vari delitti consumati. Va precisato che spesso i medesimi crimini non hanno ricevuto una sanzione adeguata alla loro gravità, forse per l'abilità giuridica dei vari difensori impegnati ad assistere nei processi i soggetti rinviati a giudizio.



Negli ultimi anni vere e proprie "lotte" tra bande di bassa lega hanno lasciato sul campo alcune vittime, a dimostrazione di forti tensioni per il controllo del territorio che sono state però sorprendentemente metabolizzate dalla pubblica opinione, quasi che al cittadino medio di Latina piaccia fingere di non vedere-sentire-sapere certe cose che pure stanno lì, sulle prime pagine dei media locali, a dirci che questa città non è più l'isola felice di un tempo, quella dove - si diceva un po' annoiati - "Andiamo a passare la serata a Roma, tanto qui non succede mai niente". Ora la domanda alla quale tutti dobbiamo cercare di rispondere è: "Come se ne esce? Quale prevenzione è possibile?"