A dare per primo la notizia è il The Indipendent che ha seguito live il processo all'atleta sudafricano Oscar Pistorius che il giorno di San Valentino del 2013 ha ucciso la sua fidanzata, la modella sua connazionale Reeva Steenkamp, sparando quattro colpi di pistola. Il giudice Thokozile Masipa, alle 11 e 27 ora italiana, ha dichiarato che non c'è motivo evidente per cui non credere che Pistorius avesse scambiato la giovane compagna per un ladro e, per questo, avesse sparato. Il giudice riconosce, dunque, che Pistorius ha ucciso senza premeditazione.

È questo, dunque, il verdetto di un processo lungo e difficile cominciato il 15 febbraio del 2013, il giorno dopo l'omicidio, quando Pistorius viene formalmente accusato: l'accusa sostiene che l'omicidio fu volontario. Il 22 febbraio l'ex campione paraolimpico viene liberato su cauzione e il 3 marzo del 2014, a poco più di un anno dal tragico fatto, inizia il processo: una vicina di casa assicura di aver udito delle grida di donna in grado di "agghiacciare il sangue". Il 10 e il 13 marzo Pistorius è chiamato a testimoniare e ha una crisi di vomito, quando gli vengono mostrate le foto di Reeva ferita a morte. La settimana dal 7 al 15 aprile è per lui la più difficile. In aula viene proiettato un video che mostra l'atleta mentre gioca con il tiro a segno e si diverte a sparare a un cocomero.

Già all'indomani della morte di Reeva, i media avevano raccolto testimonianze al riguardo della passione del giovane sudafricano per le armi. Samantha Taylor, una sua ex fidanzata, testimone al processo, ha dichiarato che Pistorius dormiva con accanto la pistola, aggiungendo che, una volta, innervositosi per essere rimasto bloccato nel traffico, il suo allora fidanzato aveva sparato un colpo in aria per rabbia.

Il 30 giugno scorso, i periti psichiatrici hanno certificato che l'atleta non soffre di alcun disturbo e, pertanto, in caso di condanna, sconterebbe 25 anni. L'8 agosto scorso, il processo è stato chiuso e poco fa è arrivata puntuale la sentenza.