Michele Buoninconti, marito della povera casalinga i cui resti sono stati ritrovati a Costigliole d'Asti e che il DNA ha confermato essere proprio il cadavere della donna scomparsa da mesi, è indagato come presunto omicida della moglie. I carabinieri di Asti si sono presentati a casa sua per consegnargli un avviso di garanzia. Oltre all'accusa di assassinio volontario con l'aggravante di premeditazione gli inquirenti stanno anche indagando circa il movente e i reati contestati sono indirizzati anche verso l'occultamento di cadavere e il depistaggio delle prove. L'uomo, infatti, pochi giorni dopo la scomparsa della moglie aveva denunciato il fatto alle autorità ed era apparso in vari telegiornali in lacrime lanciando disperati appelli perché potessero ritrovare la donna. Aveva dato notizie, presumibilmente false, su alcuni spostamenti di Elena fornendo particolari di movimenti, messaggi apparsi sul cellulare della vittima e discussioni su Facebook con presunti amici che la moglie avrebbe conosciuto sul social network. Già le prime dichiarazioni dell'indagato erano apparse discordanti: come quelle che Elena fosse fuggita di casa senza portare con sé gli occhiali, senza i quali non era possibile potesse allontanarsi, oltre al cellulare e ai documenti.
La testimonianza di alcune persone che avevano avvistato la donna ad Asti e addirittura fuori dall'Italia avevano ulteriormente deviato le indagini verso l'ipotesi di un allontanamento volontario di Elena Ceste. Non è chiaro inoltre come il corpo non fosse stato ritrovato, in tutti questi mesi di ricerca, nel luogo dove è stato rinvenuto giorni addietro ormai in stato di decomposizione. La zona, così vicina all'abitazione della vittima, non era stata battuta per le ricerche o forse il cadavere è stato portato lì di recente?