L'ex capitano della nazionale di calcio, Fabio Cannavaro, è accusato di frode fiscale. Le indagini condotte dal Gico della Guardia di Finanza di Napoli, coordinate dal procuratore Fausto Zuccarelli e dal pm Fabrizio Vanorio, hanno portato alla luce anche il coinvolgimento della moglie Daniela Arenoso, il cognato e un prestanome settantenne. Dalle indagini, avviate dall'Agenzia delle Entrate già nel 2011, è emerso che i coniugi Cannavaro avessero creato una società, la FD Service S.r.l, che gestiva fittiziamente tre imbarcazioni lussuose da diporto: un Pershing 62 denominata Massivis, un Pershing 76 Chriman Naples e un Pershing 72 Chriman II.

In realtà le tre imbarcazioni non sono mai state noleggiate, ma usate per fini personali da Cannavaro e sua moglie. Un modo dunque per non pagare le tasse e le accise sul carburante. Nel progetto era anche coinvolto il cognato del calciatore che, appena avuto sentore di essere caduto nel mirino dell'Agenzia delle Entrate, ha immediatamente ceduto la società ad un prestanome settantenne.

Dai controlli fiscali relativi al periodo 2005 - 2010, è emersa un'evasione di Irap, Ires e Iva per un valore complessivo di un milione di euro. Fabio Cannavaro è stato inoltre denunciato per dichiarazione fraudolenta tramite espedienti per alcune annualità. Le indagini sono scattate in seguito agli accertamenti condotti dall'Agenzia delle Entrate, da cui poi l'apertura del fascicolo da parte della Procura di Napoli per verificare l'entità del patrimonio della coppia e individuare il coinvolgimento di altre persone.

Per gli inquirenti Fabio Cannavaro è di fatto l'amministratore della FD Service s.r.l. mentre la moglie Daniela Arenoso configura come legale. Tra gli indagati anche Eugenio Tuccillo, una persona che ha rilevato quote della società, pur non disponendo di un reddito adeguato, durante la verifica fiscale per poi metterla in liquidazione.

Tra gli altri indagati anche un ex dipendente della società che ha cercato di aiutare i signori Cannavaro a sottrarsi al pagamento delle imposte. L'indagine ha anche individuato inoltre beni immobili per 650 mila euro su cui è stato disposto il sequestro. In merito al contenzioso tributario, le Commissioni tributarie si sono già pronunciate a favore del Fisco.