Michael Zehaf Bibeau. Questo è il nome dell'attentatore di Ottawa ucciso mercoledì 22 ottobre nel corso della sparatoria all'interno del Parlamento canadese. Alcuni uomini armati hanno assaltato l'edificio del Parlamento e hanno aperto il fuoco, uccidendo un soldato di 24 anni, Nathan Frank Cirillo, di origine italiana. Il Canada è al fianco di Obama da sempre in tutte le questioni politiche più calde: vanta un'importante presenza militare in Afghanistan, è alleato con gli Usa nella linea dura contro Libia ed Iran, appoggia le teorie americane nella questione ucraina contro Putin e, recentemente, si unisce agli Stati Uniti nella lotta al terrorismo dell'Isis.

Nei primi giorni di ottobre il governo canadese aveva annunciato di entrare nella coalizione che sta bombardando Siria ed Iraq, esponendosi a possibili rivendicazioni di matrice jihadista.

Bibeau, nato nel 1982, è un canadese originario di Montreal e si è convertito alla religione islamica, abbandonando il suo primo nome Michael Joseph Hall. L'uomo era un volto già conosciuto alle autorità, per vicende che lo vedevano coinvolto in eventi di criminalità. Nel 2004 era stato arrestato per possesso di droga e nel 2011 era stato incriminato per una rapina in una banca.

Secondo le prime ricostruzioni ed indagini sull'uomo, dopo la conversione all'Islam, si sarebbe avvicinato alle fazioni integraliste.

Era considerato un "viaggiatore a rischio" e, a luglio, gli era stato confiscato il passaporto, una misura di sicurezza adottata quando si ha a che fare con una persona che pare intenzionata a recarsi in Medio Oriente, Siria o Iraq, con lo specifico scopo di raggiungere le file del terrorismo islamico. In Canada, sono circa un'ottantina i cittadini canadesi segnalati in una lista di individui potenzialmente affiliati all'Isis.

Secondo alcune indiscrezioni Bibeau sarebbe stato in contatto con Martin Ahmad, il canadese convertito all'Islam che lunedì aveva investito con l'auto un militare a Montreal, uccidendolo. Non si era voluto arrendere alla polizia e così si era lasciato uccidere, il giusto sacrificio in nome della Jihad. Sono ancora pochi gli elementi che possano permettere di fare un ritratto preciso di Michael Zehaf Bibeau, ma si può chiaramente ricondurre ai numerosi "foreign fighters".

Si tratta di combattenti stranieri, vale a dire militanti occidentali che abbracciano le cause terroriste e raggiungono i miliziani jihadisti oppure, per scelta o laddove non fosse possibile, agiscono in casa. Sono i cosiddetti "lupi solitari", gli autodidatti del terrore.

Si tratta per lo più di persone con precedenti penali, con una vita difficile, un passato di criminalità e illegalità e trovano, nelle nuove teorie jihadiste, un modo per affermare la propria personalità e per sentirsi parte di un gruppo, essendo stati lasciati ai margini della società civile. Conoscono le nuove tecnologie e le utilizzano al meglio, traendo spunto e ispirazione dal web e tendono ad effettuare attacchi terroristici di grande impatto emotivo, con mezzi poco sofisticati ma che suscitino grande clamore a livello mediatico.

Il 21 settembre un audiomessaggio di Al Adnani diffuso via Twitter aveva invitato gli affiliati Isis di tutto il mondo di agire contro gli occidentali, in particolar modo contro i militari ed i civili dei Paesi che fanno parte della coalizione di Obama. Aveva indicato diverse modalità per coloro che non posseggono armi, suggerendo di utilizzare la propria auto ed investire il nemico.