Elena Ceste è stata uccisa, ormai non ci sono più dubbi. Ultime indiscrezioni, assolutamente ancora non confermate dagli inquirenti, affermerebbero che l'autopsia eseguita sui poveri resti della mamma di Costigliole d'Asti escluderebbe che la morte possa essere avvenuta per avvelenamento, come in passato si era pensato, né tanto meno attraverso un gesto violento come ad esempio un accoltellamento. Secondo queste voci che, lo sottolineiamo, non sono state confermate, Elena Ceste sarebbe invece deceduta per asfissia e la morte sarebbe arrivata soltanto in pochi secondi.

Elena Ceste: la morte potrebbe essere sopraggiunta in soli pochi secondi, verità o bufala?

In data odierna si è diffusa la notizia shock secondo la quale l'esito dell'autopsia eseguita presso l'Istituto di Medicina Legale di Alba parlerebbe chiaro: Elena Ceste sarebbe morta per soffocamento. Eppure, al momento la Procura smentisce che si possa essere certi della causa della morte, non solo per la situazione del corpo in avanzato stato di decomposizione, ma anche a causa della mancanza del collo e di buona parte dei polmoni. Dunque la notizia secondo la quale la morte possa essere sopraggiunta in soli 30 secondi se l'omicida, come appare più probabile, sia stato un uomo, va al momento considerata l'ennesima bufala in questo giallo che tanto sta facendo parlare di sé.

La realtà è che la strada che porta al nome dell'assassino è ancora molto lontana, soprattutto se consideriamo, che proprio nella giornata di ieri il dottor Giorgio Vitari, Procuratore Capo di Asti, ha precisato che non ci sono prove che il telo ritrovato nei pressi del rio Mersa, sia riconducibile alle serre di Michele Buoniconti, come in molti avevano ipotizzato.

Nelle spesse precisazioni del Procuratore, si fa luce anche sul mistero degli sms inviati al medico curante di Elena Ceste lo scorso giugno. E ancora una volta le notizie trapelate nei media si sono considerate false: i messaggi, secondo i quali la donna sarebbe trascinata alle 8,30 in chiesa da Don Roberto, non sono affatto partiti da Angri, il paese della provincia di Salerno nel quale è nato Michele: la cabina telefonica di origine dei messaggi si troverebbe invece a Corato, in Puglia.