Orrore avvenuto in Grecia, precisamente a Lechaina, nella zona occidentale dello Stato. Sotto accusa un istituto per bambini disabili affetti da sindrome di Down e da autismo. All'interno di esso i bimbi vivono reclusi e segregati in gabbie e solo raramente sono messi in libertà. Un'infermiera ha descritto l'agghiacciante situazione, mantenendo l'anonimato. Dice che i pazienti non solo non ricevono le giuste cure e le giuste attenzioni ma vengono spesso sedati con dei farmaci e vivono in condizioni di prigionia. Aggiunge che rispetto a qualche anno fa le loro condizioni sono migliorate: prima non erano chiusi in gabbie ma direttamente legati ai letti.
Si giustificano gli operatori, le infermiere e la direttrice stessa della struttura, Gina Tsoukala. Dichiarano infatti che le gabbie sono necessarie: su 65 pazienti ci sono solamente 6 operatrici. Sostengono che è impossibile assumere altro personale per mancanza di fondi.
L'istituto aveva ricevuto già una prima denuncia nel 2008 da un gruppo di studenti, provenienti da diversi stati d'Europa, che svolgevano un apprendistato presso quel centro. Scrissero e inviarono una lettera sia a dei funzionari dell'Unione Europea sia ad un'organizzazione per i diritti umani. Una studentessa, Catarina Neves, oggi psicologa, si era definita "scioccata" e aveva sottolineato sconcertata che il personale si comportava come se fosse tutto normale.
A distanza di 2 anni, nel 2010, l'istituto viene attaccato nuovamente. Questa volta dall' Ombudsman, un difensore civico greco, che tuona indignato: "violati i diritti umani".
Nonostante sia passato del tempo, la situazione non è cambiata. Oggi si espone anche Steven Allen, uno dei membri di un'organizzazione internazionale che tutela i disabili mentali, la MDAC ovvero Mental Disability Advocacy Center.
Allen spiega che in Europa questi orrori avvengono anche in Romania e nella Repubblica Ceca. Si vocifera che a breve i bambini saranno trasferiti in un altro istituto ma non si sa ancora nè quando nè dove.