Sono usciti tutti e tre in contemporanea nello stile propagandistico che caratterizza l'ISIS. Il VI videomessaggio di John Cantlie è giunto quasi inaspettato dopo che la serie "Lend me your ears" era stata interrotta dall'apparizione del reporter britannico in vesti giornalistiche a Kobane. Cantlie ha nuovamente la tuta arancione e la scenografia è la stessa. Ormai è provato che questa serie di video è stata registrata lo stesso giorno. Barba e capelli non sono spostati neanche di un millimetro. Questa volta il messaggio è contro i governi americano e britannico che non trattano con i jihadisti e dimenticano i propri ostaggi e le loro famiglie.

Solo per il soldato US Bowe Bergdahl Washington ha liberato cinque afgani detenuti a Guantanamo. Cantlie dice, o gli viene fatto dire, che la Francia ha invece pagato 58 milioni di dollari per i suoi concittadini trattenuti in ostaggio. Ricorda anche il tentativo di liberazione fallito del 4 luglio scorso, il giorno dell'Indipendence Day, da parte degli USA. Un intervento costato almeno 10 milioni di dollari quando sarebbe bastato trattare coi jihadisti.

Nelle parole di Cantlie gli stessi soliti propositi degli stessi jihadisti: un attacco alla prepotenza dei governi occidentali ai quali i cittadini dovrebbero ribellarsi perché non servono i loro interessi, anzi, utilizzano le decapitazioni come scusa per gli interventi armati.

E Cantlie dà appuntamento al prossimo video. Il secondo video è una sorta di documentario su un campo curdo all'interno del Califfato dal titolo "Race towards good". Dopo le prime, solite scene di addestramento militare dei terroristi appare una scuola, una classe di piccini. Sembra una normale classe di bimbi delle elementari, sono gioiosi, il maestro sembra buono.

Invece viene insegnato loro l'arabo affinché dimentichino le altre lingue. Viene loro insegnata la legge di Allah, o piuttosto il Corano secondo l'interpretazione jihadista. Piccoli angeli dal destino segnato, senza possibilità di scelta. Se riescono ad utilizzare i metodi delle sette per reclutare ventenni occidentali, si può facilmente immaginare come possono indottrinare dei piccoli di 9 o 10 anni.

Ma dopo le scene di classe quelle da brivido, proprio l'indomani della giornata internazionale dei diritti dell'infanzia. Eccoli vestiti in tuta mimetica. Si allenano ad caricare fucili, si allenano in palestra come marines. Tra di loro anche un piccino che avrà al massimo tre anni, armato di fucile.

Il terzo è quello di un jihadista tedesco che tesse le lodi di Allah e della battaglia dello Stato Islamico che ha evidentemente raggiunto come provano le immagini. Un ripetizione degli appelli dei francesi ai fratelli rimasti in patria, anzi, che non hanno ancora raggiunto la uova patria dei jihadisti. Ancora una volta l'ISIS vuol mostrare all'Occidente di aver fatto adepti ovunque. La strategia mediatica dell'ISIS è leggermente cambiata, ormai i video di massacri e propaganda si alternano in una strategia allargata.