''Basta a tutte queste bugie'', sono queste le parole con le quali Veronica Panarello e Davide Stival, genitori di Andrea Loris morto il 29 novembre, chiedono rispetto. La madre ribadisce, in un'intervista al quotidiano La Sicilia, quanto ha raccontato fino a questo momento, anche se nei filmati la sua ricostruzione non combacia con la realtà. Spiega così Veronica: ''Quella mattina accompagnai Andrea a scuola. All'uscita non c'era. Questa è la verità'', mentre il padre, Davide Stival, sostiene che ''non hanno nulla da nascondere''. Il 30 novembre Veronica mise a verbale che ''notava un po' di nervosismo nel bambino'', infatti il giorno prima spiegò che Andrea Loris ''non voleva andare a scuola perchè veniva preso in giro''.

Nel verbale del 29 novembre la Panarello afferma di ''aver lasciato il figlio a 500 metri dalla scuola'', ma il giorno dopo la versione è ben diversa: ''Mi sono fermata a poche decine di metri dalla scuola per farlo scendere''.

Sono ben tre i punti dubbi presenti nei verbali di Veronica, dubbi che riguardano la distanza dalla scuola, un sacchetto gettato vicino al luogo del ritrovamento del figlio e la presenza ad un corso di cucina nella tenuta di Donnafugata. Sono state le quaranta telecamere a mettere in risalto i dubbi sul racconto di Veronica, in particolare sugli orari e spostamenti. Alle 8:00 di mattina la donna esce di casa con i figli e, proprio intorno a questo orario, Andrea avrebbe incominciato a fare i capricci per non andare a scuola.

Verso le 8:45 Veronica rientra a casa e alle 10:00 entra in macchina per dirigersi verso la tenuta di Donnafugata, prima però si ferma per gettare un sacchetto vicino al luogo dove è stato ritrovato il corpo del figlio poche ore più tardi. Alle 12:30 Veronica si trova davanti al cancello della scuola e, non vedendo uscire il figlio, chiede aiuto ad una vigilessa.

Alle 13:00 scatta l'allarme.

In base ai racconti delle maestre, Andrea Loris andava volentieri a scuola, infatti alcuni giorni prima della sua morte avrebbe preso un bel voto. A questo punto gli inquirenti cercano la verità anche nei disegni e nel diario di Andrea, forse il bambino conosceva il suo assassino. Prima di essere gettato nel canalone, è stato strangolato con una fascetta da elettricista.

Gli investigatori nelle ultime ore hanno ispezionato oltre la casa di Orazio Fidone, l'uomo indagato per sequestro di persona e omicidio, anche le palazzine vicine alla casa della famiglia Stival.