Il fotoreporter italo-inglese Siegfried Modola ha documentato la particolare usanza del popolo Pokot, che vive tra l'Uganda e il Kenya, che vuole che un futuro marito si vada a prendere la promessa sposa direttamente a casa di questa, come fosse un pacco postale. La strana usanza, parte di un rito che celebra la maturità femminile e quindi il passaggio da bambina a donna, cioè, secondo la concezione di quel popolo, direttamente a moglie, comprende anche altre pratiche come il sacrificio di un giovane vitello e una piccola festa.

Ma quello che è riuscito a catturare Modola con la sua macchina fotografica è invece tutto il contrario di un giorno di festa.

Le foto sono state scattate in un villaggio distante circa 80 chilometri dalla città Marigat nello stato federato di Baringo in Kenya, il 7 dicembre 2014. Il fotografo è riuscito a immortalare il rito, dal quale i giornalisti e gli occidentali sono di solito tenuti molto lontano. Dalle foto emergono molti particolari come il momento in cui un uomo arriva nel villaggio dove vive la donna che gli è stata promessa in sposa.

Assieme a lui, un gruppo di persone, tutti maschi, che hanno la funzione rituale di "annunciatori" (hanno il compito di annunciare alla donna che il futuro marito è arrivato), ma che in effetti fungono da veri e propri garanti della "consegna". Tali figure infatti, armate con lance e con il viso decorato secondo i dettami locali, sembrano un vero e proprio piccolo plotone di soldati.

In particolare, in un'altra immagine, si vede la giovane promessa sposa portata via a forza dal futuro marito, che neanche conosce e che molto probabilmente non vuole sposare. Ma il matrimonio è stato già programmato dai genitori quando i due ragazzi erano piccoli, perchè così funziona da quelle parti, e, come ha rivelato il fotografo, il padre non aveva rivelato nulla alla figlia dell'intera faccenda. Da quanto si apprende l'uomo ha ricevuto in dono 20 capre, 3 cammelli e 10 mucche in cambio della propria figlia. Altre 10 capre sarebbero state consegnate solo dopo lo "scambio".